Hikikomori, malessere sociale diffuso e poco conosciuto.

se ne dibatte al centro campania, ma vediamo di cosa si tratta.

Importante evento in arrivo presso il centro commerciale Campania, che durante il mese di aprile, dedicato agli Hikikomori, mette in campo una serie di appuntamenti mirati alla divulgazione di un problema sociale molto diffuso, quanto poco conosciuto. Il 4 aprile, dalle 9:30 alle 12:30, presso UCI Cinemas Cinepolis di Marcianise, le scuole avranno l’opportunità di assistere alla proiezione de “La Chiocciola”, il primo film italiano che affronta il fenomeno degli Hikikomori e del ritiro sociale giovanile. La visione del film sarà possibile previa prenotazione fino ad esaurimento posti in sala, chiamando l’info point al numero 0823 696037. La storia tratta di Vittoria, una ragazza dalle mille sfumature, che con l’aiuto del nonno e della sua campagna, prende in mano la sua vita, mettendo da parte passo dopo passo, la paura nei confronti del mondo esterno. A seguire si aprirà un dibattito post-proiezione con gli interpreti Enzo Decaro e Vittoria Chiolero e con il regista Roberto Gasparro.  Chi sono gli Hikikomori? Questo termine deriva dal giapponese e significa letteralmente “stare in disparte” è solitamente usato per indicare chi per sua volontà decide di restare in disparte, di ritirarsi dalla vita sociale, scolastica o lavorativa per un periodo di tempo prolungato, di almeno 6 mesi, in diverse occasioni l’isolamento dura anche diversi anni. I soggetti affetti da questa sindrome rifiutano i rapporti sociali e spesso si chiudono in casa, senza avere alcun contatto diretto con il mondo esterno, talvolta neppure con i propri genitori, ma non è un fenomeno prettamente giovanile, si manifesta anche nell’età adulta, anche se nella gran parte ne soffrono giovani nella fascia di età dai 14ai 30 anni.  Il disagio degli Hikikomori ha avuto una grande risonanza in Giappone negli anni 90, ma anche in Italia il fenomeno è diventato rilevante, si calcola che il 10 percento dei giovani in Italia ne sia affetto. Il disagio dei giovani hikikomori, può manifestarsi in varie forme quelle più comuni sono: stare a casa tutto il giorno, oppure uscire solo quando si è sicuri di non incontrare conoscenti e magari vagare senza meta tutto il giorno facendo credere di essere andati a scuola ad esempio. Spesso gli unici contatti sociali sono tenuti tramite internet. Uno studio ha evidenziato tre macro gruppi di Hikikomori: le “farfalle sociali”, giovani che presentano maggiori competenze socio-relazionali con amici, genitori o parenti, “gli amico-centrici” che danno più importanza alle relazioni amicali a danno di quelle con i familiari e i “lupi solitari” che riducono al minimo le relazione sia con gli amici, che con genitori e parenti. Quest’ultimo gruppo è il più numeroso ed è in continuo aumento, al suo interno contiene anche un sottogruppo di ragazzi che si isolano ancora di più. Il disagio dell’isolamento affligge i giovani in modo trasversale non fa distinzione particolare di genere, di condizione economico sociale o contesto e provenienza geografica. Secondo lo psicologo Marco Crepaldi, le concause significative che concorrono all’instaurarsi della condizione “Hikikomori” possono essere rappresentate da rapporti difficoltosi con i genitori che potrebbero essere o troppo incentivanti, senza rispettare le necessità e i disagi del ragazzo, o iperprotettivi. Togliendo ai ragazzi la possibilità di sviluppare le competenze necessarie per transitare all’età adulta, oppure proteggendoli eccessivamente e impedendo loro di compiere errori, di fatto li si porta al fallimento di uno step evolutivo. I ragazzi hikikomori sono eterni adolescenti che spess hanno un rapporto conflittuale con i genitori da cui sono dipendenti, ma che allo stesso modo trattano male, alle volte usando contro di loro violenza verbale e fisica. I giovani, prosegue il professore, che sperimentano una forte ansia sociale, faticano a relazionarsi con i coetanei e ad adattarsi alla società. Sono spesso ragazzi molto intelligenti, con un elevato QI, ma di carattere molto introverso e introspettivo, sensibili e inibiti socialmente, convinti di stare meglio da soli, lontani da tutti. Ovviamente a causa del disagio, i ragazzi Hikikomori sono molto restii a farsi aiutare, chi si attiva sono i genitori, che cercano un aiuto psicologico online o a domicilio. La prima arma a disposizione dei genitori però è il dialogo in modo da comprendere se possibile le ragioni e le possibili cause del malessere, anche se spesso non esiste una sola causa. In taluni casi per la risoluzione, oltre allo psicologo sono necessarie sedute con lo psichiatra e all’occorrenza anche l’aiuto di farmaci.