Il 19 settembre si festeggia San Gennaro, patrono di Napoli e lo chef Ciro Di Maio lo celebra con una delizia della tradizione: “Con il babà festeggio San Gennaro e il mio amore per Napoli: ogni dolce è un pezzo di cuore, un legame che non si spezza mai con la mia terra.”

Il 19 settembre si festeggia San Gennaro, patrono di Napoli e lo chef Ciro Di Maio lo celebra con una delizia della tradizione: “Con il babà festeggio San Gennaro e il mio amore per Napoli: ogni dolce è un pezzo di cuore, un legame che non si spezza mai con la mia terra.”

 

Il 19 settembre Napoli e i napoletani di tutto il mondo celebrano San Gennaro, patrono della città e simbolo di fede e identità. La celebre festa, che richiama ogni anno migliaia di fedeli al Duomo di Napoli, è un momento di devozione e di appartenenza che unisce i napoletani ovunque si trovino. È la giornata in cui la città si stringe attorno al suo Santo e rinnova un legame che va oltre la religione, diventando cultura, tradizione e comunità.

Per rendere omaggio a questa ricorrenza, lo chef napoletano Ciro Di Maio, patron del ristorante “San Ciro” a Brescia, ha scelto di festeggiare con il dolce che più di ogni altro racconta la sua terra: il babà. A Napoli questo dolce non è soltanto un dessert, ma un rito e una memoria condivisa. Nato nel Settecento e adottato con passione dal popolo partenopeo, è diventato un simbolo della città: soffice, accogliente e generoso, proprio come Napoli stessa. “Per me il babà è Napoli in formato dolce – racconta Ciro –. Ogni volta che lo preparo sento il legame con la mia terra, con le mie radici. È un abbraccio che porto qui a Brescia per celebrare San Gennaro, anche a centinaia di chilometri dal Duomo.

Nato nel 1990 a Frattamaggiore, Ciro ha conosciuto fin da piccolo il valore del lavoro e della resilienza. Cresciuto in una famiglia semplice, con un padre dal passato complicato e una madre casalinga, a soli 14 anni era già dietro un bancone, mentre a 18 lasciava la scuola per inseguire la ristorazione. Con determinazione e sacrifici, nel 2015 rileva una pizzeria in Lombardia che diventerà il suo regno: “San Ciro”, oggi punto di riferimento per la cucina napoletana autentica a Brescia. In pochi anni trasforma un sogno in realtà, grazie alla sua passione per la cucina e alla sua fedeltà alla tradizione: farine scelte, lievito madre, ingredienti dop campani e lavorazioni artigianali.

La sua caparbietà lo ha portato a conquistare non solo clienti e appassionati, ma anche sportivi e personaggi dello spettacolo. Eppure, dietro il successo, c’è sempre il ragazzo di Frattamaggiore che non ha mai smesso di amare Napoli e la sua cucina, portandola ovunque come un vessillo. Al tempo stesso, Ciro non è solo un imprenditore del gusto, ma anche un uomo di cuore: da anni si impegna in progetti sociali, insegnando il mestiere ai detenuti nelle carceri, portando corsi online nelle scuole del Rione Sanità e credendo fermamente che la cucina possa essere uno strumento di riscatto e rinascita. “Mi riconosco nei ragazzi di certi quartieri – spiega – perché anch’io vengo da una strada difficile. Ma ho sempre creduto che la farina sulle mani possa diventare la polvere di un nuovo inizio.

In questa giornata dedicata a San Gennaro, Ciro Di Maio trasforma il suo babà in un messaggio universale: un dolce che attraversa secoli, frontiere e generazioni e che racchiude l’essenza stessa di Napoli, ovvero resilienza, dolcezza e condivisione. “Il babà – confida Ciro – è Napoli che non smette mai di esserci, anche quando sei lontano. È la mia dichiarazione d’amore alla vita e alla mia città.
SCHEDA DI APPROFONDIMENTO – SAN CIRO 

Ciro Di Maio nasce a Frattamaggiore, un comune del Napoletano, nel 1990. Mamma casalinga, papà dal passato burrascoso. Le sue prime esperienze nel lavoro sono a 14 anni, poi si iscrive all’Alberghiero, ma a 18 anni lascia gli studi e inizia a lavorare.  Nel 2015, la svolta: trova un lavoro da pizzaiolo per una grossa catena in Lombardia, poi riesce a rilevare quella pizzeria assieme a sei soci, infine diventa titolare unico. È così che è iniziata l’avventura “San Ciro”, il suo locale a Brescia (vicino al multisala Oz, in via Sorbanella) che oggi impiega una quindicina di persone ed è noto per la veracità delle sue pizze, ma anche per il suo menù alla carta di alta cucina. Un locale amato perché rappresenta la tradizione napoletana, a partire dagli ingredienti: olio dop, mozzarella di bufala campana dop, pomodorino del Piennolo, ricotta di bufala omogeneizzata e porchetta di Ariccia Igp. Fondamentale è la pasta: ogni giorno viene scelto il livello esatto di idratazione, in base all’umidità di giornata. In menù ha la pizza verace, ma anche il battilocchio, la pizza fatta da un impasto fritto nell’olio bollente e subito servito avvolto in carta paglia. Le pizze sono tutte diverse, sono fatte artigianalmente. Ciro lo ripete spesso. “Mi piace tirare le orecchie alle pizze, ognuna ha il suo carattere e deve mostrarlo, odio le pizze perfettamente rotonde e se c’è più pomodoro da una parte rispetto ad un’altra è perché usiamo pomodori veri”. Molti i vip che lo amano, le pareti del suo ristorante sono piene di fotografie. Tra le altre anche Eva Henger, che è stata a cucinare pizze una sera da lui. Senza dimenticare i giocatori del Brescia Calcio e del Germani Brescia, che quando possono, anche dopo le partite, lo passano a salutare. Ciro ama le iniziative benefiche. Oltre al lavoro in carcere per formare i detenuti a diventar pizzaioli, Ciro si è dedicato anche alla formazione nel Rione Sanità di Napoli, un quartiere che gli ricorda la strada in cui è cresciuto, via Rossini a Frattamaggiore. L’istituto che ha accolto il suo progetto è stato l’Istituto alberghiero D’Este Caracciolo, ha portato a termine delle lezioni online a dei ragazzi che seguono l’indirizzo enogastronomico e l’indirizzo sala e accoglienza.