Per il numero del mese di gennaio della rubrica “L’angolo dello psicologo” il dott. Ferdinando Bortone ci parla delle difficoltà inerenti alla relazioni di coppia.
“La relazione di coppia che possa dirsi sana, o meglio soddisfacente, necessita di una vicinanza che riesca a consentire l’intesa e allo stesso tempo una distanza reciproca ottimale. Cosa vuol dire? Intendiamo sottolineare che la coppia dovrebbe condividere uno spazio mentale comune che non annulli l’individualità dei singoli partner. Nelle relazioni d’amore, nella fusionalità e nella distanza che comportano, emergono le modalità estremamente soggettive di sentire, percepire, desiderare e di entrare in relazione. Oggi vogliamo concentrarci su una tipologia molto specifica di relazione amorosa, cercheremo di riflettere sulle coppie caratterizzate da modalità perverse e narcisistiche di stare in relazione, parleremo dei legami fondati sulla dipendenza e sulla manipolazione. Grazie alla ricerca clinica in ambito psicoanalitico ad oggi sappiamo che le personalità narcisistiche nella coppia tendono a detenere il potere, ad instaurare dinamiche rigide e manipolatorie finalizzate a detenere il controllo sull’altro. Nella fase del corteggiamento il narcisista è disponibile e accattivante, completamente teso a conquistare la preda. L’altro, invece, cade nella rete proprio per le sue caratteristiche di fragilità e insicurezza, tanto che presto diviene dipendente e pur di essere “visto” e riconosciuto finisce per accettare ogni forma di attacco e svalutazione alla propria persona. Ma per quale motivo una persona dovrebbe aver la necessità di fare del partner un oggetto da manipolare e dilaniare lentamente? Jean Paul Sartre risponderebbe probabilmente si “ha bisogno della sofferenza degli altri per sentirsi esistere”. L’altro, la vittima, diviene un oggetto disumanizzato, spogliato del suo valore, utilizzato come strumento per alimentare il proprio valore di persona con modalità tese alla compulsiva manifestazione del potere prevaricante. Se l’altro tenta di sottrarsi al gioco perverso, scoppia una guerra fatta di ritorsioni e angherie, più il partner è sottomesso più si esce rinforzati nel potenziamento di se stessi. In entrambi i partner osserviamo della gravi carenze a livello narcisistico, della stima di sé, che hanno la loro origine nel tipo legame patologico che ha caratterizzato le prime relazioni dei due partner nella prima infanzia; da un lato vi è la necessità di trarre potere dalla sottomissione dell’altro, dall’altro il bisogno irrinunciabile di essere riconosciuti che porta ad annullare se stessi pur di ricevere finalmente le attenzioni tanto desiderate. Viene da chiedersi: e l’amore? Si tratta di un “amore malato”, di natura sado-masochistica, che richiede un grande atto di coraggio da parte dei partner, più spesso di uno solo dei due (la vittima), per essere curato; anche quando la cura possa significare la separazione”