Il 21 luglio è morta nella sua casa di Perugia la giornalista Laura Santi, affetta da una forma progressiva e avanzata di sclerosi multipla. Circa tre anni fa aveva fatto richiesta di suicidio assistito, la pratica con cui a determinate condizioni ci si autosomministra un farmaco letale. Si tratta della nona persona in Italia e la prima in Umbria ad aver ottenuto l’autorizzazione al suicidio medicalmente assistito, dopo un lungo e complesso iter giudiziario, civile e penale.
Laura aveva 50 anni ed era malata da più di 25. Negli ultimi anni le sue condizioni si erano aggravate. Già nel 2022 aveva presentato la richiesta di accedere al suicidio medicalmente assistito all’Azienda sanitaria locale (ASL) di Perugia, che inizialmente l’aveva respinta.
Oggi ha vinto la sua battaglia di libertà ed ha messo fine alle sue sofferenze.
Riportiamo la lettera del marito che le è stata vicino fino alla fine.
Cari amici e care amiche,
Sono Stefano, il marito di Laura Santi.
Vi scrivo per dirvi che Laura ci ha lasciati.
Dopo anni di progressione della malattia e un ultimo anno segnato da un feroce peggioramento, le sue sofferenze erano diventate per lei intollerabili.
Ha scelto di porvi fine con il suicidio assistito, dopo anni di battaglie affrontate con una forza, una dolcezza e una lucidità che tutti le riconosciamo.
Laura ha voluto lasciare un saluto per voi, per quella che considerava la sua grande famiglia: l’Associazione Luca Coscioni. Queste sono alcune delle sue parole:
«Amici, non avete idea di quanto sia stato bello sentirmi parte dell’Associazione Luca Coscioni. Anche solo leggervi mi faceva sentire attiva, viva. Siete stati la mia seconda famiglia. Mi avete regalato bellezza, speranza. Voi siete la parte migliore del nostro Paese. Vi chiedo solo: ricordatemi, e non smettete mai di combattere, anche quando sembra impossibile.»
Laura vi ha voluto bene, profondamente, anche a chi non ha conosciuto di persona, ma ha sentito al suo fianco perché partecipe delle stesse battaglie e iniziative. Le sono stato accanto fino all’ultimo e so quanto per lei fosse importante sapere di non essere sola in questo percorso.
Negli ultimi giorni, Laura viveva un senso di libertà dalle sofferenze, dall’inferno quotidiano che ormai stava affrontando. Se n’è andata portandosi dietro i vostri sorrisi. Se n’è andata con un regalo che tutte e tutti voi le avete fatto: un sacco di bellezza.
Un abbraccio a tutte e tutti voi, pieno di amore e gratitudine.
Stefano Massoli