MANIFESTAZIONE DEGLI ISCRITTI EXTRACOMUNITARI DELLA CGIL DI CASERTA CHE NON RIESCONO AD OTTENERE I PERMESSI DI SOGGIORNO NEI TEMPI PREVISTI DALLA NORMATIVA

DI GIANCLAUDIO DE ZOTTIS

 

 

Caserta – manifestazione di protesta oggi fuori la sede della Prefettura e della Questura a Piazza Vanvitelli,  a protestare, pacificamente, nonostante uno spiegamento di forze dell’ordine, sono gli iscritti della CGIL di Caserta, alle prese con la mancata concessione e problemi di rinnovo del permesso di soggiorno.

 

 

 

Ritardi inspiegabili a detta della presidente, titolare della CGIL di Caserta, Emauela Borrelli, la quale denuncia anche disparità di trattamento tra le vari associazioni che si occupano e prestano assistenza agli extra comunitari che in Italia da più tempo, sono alle prese con il rilascio del permesso in questione, che ottengono il documento in tempi diversi (non si sa per quale motivazione).

 

Importante chiarire che la normativa prevede che dalla richiesta presentata presso gli uffici competenti prevede che la questura è l’organo preposto al rilascio del documento che dovrebbe (il condizionale è d’obbligo) rilasciarlo entro 60 giorni dalla richiesta stessa, inoltre il permesso deve essere rinnovato sempre entro 60 giorni dalla scadenza (Legge Bossi – Fini), questo teoricamente. Praticamente invece come rappresentatoci in maniera chiara e precisa, la questura riceve la documentazione prevista dalla normativa rinviando però a giugno dell’anno successivo per il rilascio del tanto agognato documento necessario per regolarizzare gli immigrati, che incorrono in problemi con il datore di lavoro che può benissimo rifiutare l’assunzione dell’extra comunitario.

 

 

La questura può tuttavia rifiutare il rinnovo del permesso per i seguenti motivi:

  • pericolosità per l’ordine pubblico e la sicurezza dello stato (anche ex stati area Schengen)
    - condanne, anche con sentenza non definitiva, per uno dei reati previsti dagli articoli 380 commi 1 e 2 del CPP, anche se la sentenza è stata emessa a seguito di patteggiamento, oppure per reati legati agli stupefacenti, la libertà sessuale, il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, la prostituzione, lo sfruttamento dei minori
    - condanne definitive per la violazione delle norme sul diritto d’autore

I richiedenti asilo inoltrano la domanda avvalendosi della CGIL, la quale effettua una relazione curando poi l’inoltro della pratica.

 

 

Gli iscritti della CGIL sono tutti lavoratori che gia si trovano sul territorio casertano, anche in provincia o comunque in Italia, da 4/5 anni, lavorano soprattutto nei campi di raccolta, ma anche in altri settori quali quello edile ad esempio.

Anche Samira, iraniana trapiantata in Italia, sposata con un italiano ci ha spiegato cosa accade a coloro che non son in regola, delineando un quadro molto grave.

Le domande inoltrate tramite la sigla sindacale tra le più importanti (se non la principale) non trovano una risposta nei termini di legge a favore dei richiedenti asilo che si ritrovano con richieste depositate e che per un anno intero non ricevono alcuna risposta.

La Questura deve nominare una commissione speciale per la richiesta di asilo e successivamente procedere all’istruzione della pratica burocratica con il rilascio del permesso.

Adirittura in alcuni casi sono stati i datori dei lavoratori stessi, ad attivarsi in prima persona richiedendo il rilascio del documento, al fine di regolarizzare la posizione dei loro dipendenti senza esito alcuno.

Il problema principale è che questi soggetti, praticamente non esistono gurdicamente e di fatto, finiscono nel braccio della malavita finendo a lavorare nei campi di raccolta, sotto “caporalato” una condizione che rasenta la schiavitù, risultando sfruttati e sottopagati, senza contratto, al nero, senza diritti senza contributi e possibilità di percepire la disoccupazione.

 

 

La maggior parte dei manifestanti allo stato attuale lavora nei cmapi di raccolta di C. Volturno – Casal di Principe, Afragola. Il caporalato, comporta che tali soggetti sono sotto un “caporale” che praticamente funge da intermediario con il datore di lavoro e  trattiene addirittura una parte dei soldi del compenso che i lavoratori ricevono (delinquenza allo stato puro!!!!).

La maggior parte dei lavoratori, sono assunti in nero e si trovano nella condizione di non poter denunciare perché non in regola rischiando di andare incontro a sanzioni loro stessi, senza contare che eventuali denunce, potrebbero scatenare ripicche all’interno del luogo di lavoro, tenendo conto che sono lavoratori che non esistono possono essere mandati via in qualunque momento ed il bisogno di lavoro li spinge ad accettare condizioni di lavoro ai limiti dello sfruttamento.

Le donne finiscono spesso a prostituirsi lungo le strade, (la stradale Appia in alcuni tratti, oppure viale Carlo III ne sono da esempio) e rimangono vittima dei loro “Papponi” non potendo ribellarsi e non potendo fare affidamento sulle istituzioni in quanto come già precisato eventuali denunce si ritorcerebbero contro di loro (una situazione paradossale).

Coloro che si trovano in tali condizioni sono i richiedenti asilo i quali non alloggiano nelle strutture alberghiere e non ricevono il sussidio di 35 euro al giorno previsto, molti di loro hanno famiglie e vivono in affitto.

La regolarizzazione della loro posizione senza il documento non può avvenire, la questura però non rilascia il permesso in tempi “ragionevoli” violando essa stessa la normativa, di qui la protesta che andrà avanti sino alle 16.00 di oggi e proseguirà durante tutta la settimana, senza sosta sin quando non otterranno una risposta sul perchè di questo ritardo da parte di qualche rappresentante delle istituzioni preposte che speriamo quanto prima se ne faccia carico.

La solita storia dello Stato Italiano che non offre tutele, un’ istituzione assente, prigioniera di se stessa e di una burocrazia troppo lenta e farraginosa.

Belvere news vi aggiornerà sul prosieguo della protesta.