“Massimo e gli operai contro il racket”: un fumetto per rompere il silenzio e unire il coraggio

Sos Impresa - Rete per la Legalità trasforma la storia di un imprenditore vessato dalla camorra in un fumetto: uno strumento educativo contro la cultura dell’omertà

Non è solo l’imprenditore a pagare il prezzo del racket. A soffrire, nell’ombra, sono anche i suoi dipendenti. La perdita del lavoro, la paura costante, la sensazione di impotenza: questi i costi umani di un sistema che soffoca l’economia legale e il diritto alla sicurezza. Con questo messaggio forte e diretto nasce “La storia di Massimo e dei suoi operai contro il racket”, un fumetto prodotto da Sos Impresa – Rete per la Legalità, ispirato a una vicenda vera di resistenza civile contro la criminalità organizzata.

Il fumetto, il primo di una serie, racconta con linguaggio accessibile e impatto visivo la battaglia silenziosa ma determinata di un imprenditore e della sua squadra di lavoratori, costretti a fare i conti con l’estorsione e la pressione dei clan. In un contesto sociale in cui denunciare può significare esporsi a gravi ritorsioni, la storia di Massimo non è solo un atto di ribellione, ma un esempio concreto di come il coraggio collettivo possa diventare un’arma potente contro l’illegalità.

Dietro i disegni, le vignette e i dialoghi c’è un intento preciso: non solo raccontare, ma istruire e mobilitare. Il fumetto si rivolge infatti a più destinatari: non solo alle vittime dirette del racket, ma anche alla società civile, ai cittadini, agli insegnanti, ai giornalisti, ai sindacalisti, a tutti coloro che raccolgono le storie di chi, per paura o per solitudine, non riesce a denunciare.

«Quando un’impresa è soffocata dal racket, a pagare non è solo il titolare. Sono le famiglie dei lavoratori, la stabilità sociale, la libertà economica del territorio», spiegano gli ideatori del progetto.

Un’educazione alla legalità che parte dal basso

Il progetto editoriale, che si svilupperà in altri numeri, si inserisce in un percorso più ampio che Sos Impresa – Rete per la Legalità porta avanti da anni, sostenendo imprenditori e lavoratori nella difficile scelta della denuncia, offrendo assistenza legale e psicologica, e promuovendo una cultura attiva della legalità. La scelta del fumetto come strumento narrativo risponde a una logica precisa: rendere accessibile a tutti, in particolare ai più giovani e a chi non ha familiarità con i documenti giudiziari o con la cronaca nera, un tema che tocca le fondamenta della convivenza civile.

Il fumetto ha anche una forte valenza educativa e simbolica. I protagonisti non sono supereroi, ma uomini e donne comuni. Operai, impiegati, padri e madri che scelgono di non voltarsi dall’altra parte. Attraverso il racconto per immagini, la narrazione restituisce umanità e dignità a chi, spesso, viene ridotto a “caso di cronaca”.

La responsabilità collettiva

“La storia di Massimo e dei suoi operai” invita a superare l’idea che la lotta al racket sia compito esclusivo delle forze dell’ordine o delle vittime dirette. Invece, pone l’accento sulla responsabilità collettiva, sull’importanza della solidarietà tra cittadini e dell’impegno condiviso per tutelare il diritto al lavoro libero, giusto e sicuro.

Non è un caso che tra gli obiettivi dell’iniziativa ci sia quello di rafforzare le alleanze tra realtà associative, professionali e sociali, per costruire un fronte comune in grado di sostenere chi denuncia e isolare i sistemi criminali. Un fronte fatto anche di storie, di memoria condivisa e di nuovi linguaggi, come quello del fumetto, capaci di arrivare dove spesso le parole non bastano.


In un tempo in cui la paura tende a zittire, questo fumetto ha un obiettivo semplice e rivoluzionario: restituire voce e speranza a chi ha deciso di non cedere. E mostrare che la legalità, quando è condivisa, può diventare una forza concreta.