Mondragone BOMBA AMBIENTALE: ai roghi tossici quali concrete misure di contrasto?

Ritorna a far parlare di sé la pratica clandestina che vede associata all'azione di ignoti, uno dei peggiori fenomeni di inquinamento ambientale: quello dei roghi tossici

Mondragone. Ritorna a far parlare di sé la pratica clandestina che vede associata all’azione di ignoti, uno dei peggiori fenomeni di inquinamento ambientale: quello dei roghi tossici.

MALATTIE PROVOCATE DAI ROGHI

Spesso sottovalutati, sono causa di gravi conseguenze sia per l’ambiente che per la salute dei cittadini che si vedono esposti al rischio di sviluppare malattie epigenetiche nella misura in cui, cioè , i cambiamenti ambientali intervengono  nei processi di divisione cellulare e nella loro alterazione cancerosa.

Tali malattie sono riconducibili ai cosiddetti “stress ambientali”, fra i quali vi è proprio l’inquinamento dell’aria che nei roghi si manifesta in modo pericoloso.

A seguito della combustione dei rifiuti, sono però diversi i livelli del nostro ecosistema ad essere coinvolti.

Le sostanze tossiche penetrano infatti nell’ aria, nel suolo, nell’acqua di falda e in quelle superficiali.

Ad agire sono centinaia di idrocarburi aromatici ciclici e policiclici e diossine che alcuni studi non mettono in relazione solo con l’insorgere del cancro, ma anche con un potenziale aumento di malattie neuro-degenerative.

DIETRO I ROGHI TOSSICI LA PRODUZIONE IN NERO  DELLE IMPRESE

Qual è il vero motivo dei roghi? Sembra correlato “al fatto che ci sono aziende che evadono le tasse” . Infatti “se io produco in nero, devo far scomparire le  tracce dello scarto del mio lavoro”. Lo ha affermato il biologo e volontario del Wwf, Alessandro Gatto. Si procede così al deposito illegale di rifiuti per poi  darli in pasto alle fiamme.

 

ALLA CAMPANIA IL PRIMATO DI REGIONE CON PIU’ REATI CONTRO L’AMBIENTE

A causare i roghi dietro cui si nasconde spesso la regia di bande criminali sono, evidentemente, gli incendi dolosi che si verificano soprattutto nel Sud Italia, dove la Campania nel 2019 ha confermato il suo primato di Regione con più reati contro l’ambiente visto il cospicuo numero di illeciti pari a 3.862 (14,4% sul totale nazionale) secondo il rapportoEcomafie di Legambiente 2019.

La Campania è sì la regione più colpita dagli incendi boschivi, ma non sono irrilevanti gli incendi alle discariche e l’incremento dei roghi nella Terra dei Fuochi. A testimonianza di ciò l’incubo dei roghi che con il caldo alle porte si è abbattuto con la sua solita cadenza, ormai divenuta ciclica, sulla citta’ di Mondragone nel corso delle due ultime settimane.

I ROGHI TOSSICI A MONDRAGONE DEL 30.05.2020  E DEL 09.06.2020

Siamo infatti tornati ad essere nuovamente interessati dal fenomeno dei roghi dolosi che ha riguardato dapprima, nella serata dello scorso 30 maggio, un cumulo di immondizia andato a fuoco in località Fiumarella sulla Domitiana e a qualche giorno di distanza, i rifiuti che hanno dato origine al maxi rogo nella zona del Triglione. Qui, in particolare, la sera dell’ 8 giugno scorso, intorno alle 19,30, si è parlato di maxi rogo proprio per le proporzioni assunte dall’incendio, le cui fiamme hanno divorato circa 60 metri quadrati di rifiuti su un lembo di terra e vegetazione dove sono stati interrati fino a toccare i 30 metri di  profondità. L’area è stata dunque teatro di uno scenario apocalittico: il vedersi innalzare una densa nube di fumo nero accompagnata da fiamme che pare abbiano sfiorato i 20 metri di altezza.

Le operazioni di spegnimento si sono pertanto protratte fino alle ore 6:00 del 9 giugno. I Vigili del Fuoco sono stati infatti impossibilitati a contenerlo dopo 5 autobotti di acqua per cui la Polizia Locale si è subito attivata richiedendo l’intervento di una ditta locale per l’utilizzo di terreno agricolo.

Sul posto è poi giunto personale ARPAC ad installare centraline per la verifica, monitoraggio e qualità dell’aria.

Questi due episodi sono solo gli ultimi fra quelli a cui si assiste da qualche anno in maniera piuttosto sistematica.

ROGO SUL MONTE PETRINO -ESTATE 2019

Fra questi il rogo divampato l’estate scorsa sul Monte Petrino che solo l’azione dei vigili del fuoco e un colpo di fortuna – dichiarò il consigliere regionale Zinzi  Presidente della Commissione Regionale Terra dei Fuochi oggi candidato alle Regionali 2020 con la Lega di Matteo Salvini- risparmiarono il maniero dalle fiamme che avevano rischiato quasi di avvolgere la ‘Rocca Montis Dragonis’ dove sorge un villaggio fortificato medievale, oggetto di scavi archeologici. Il mancato ed immediato intervento dei mezzi aerei indusse il Consigliere a protocollare un’interrogazione indirizzata all’assessore regionale all’Ambiente Fulvio Bonavitacola.

Nel testo si ponevano all’attenzione della Giunta i motivi della mancata prevenzione e l’efficacia del Piano delle Azioni per il contrasto al fenomeno dell’abbandono di rifiuti e dei roghi dolosi in Campania.

A Mondragone, infatti, ha sede a 5 minuti di auto dal luogo dell’incendio, uno dei quattro presìdi interforze con personale SMA Campania, annunciati dal Presidente De Luca nel 2017, dai quali doveva partire l’azione di prevenzione e intervento.

A garantire il funzionamento e la gestione di tali presìdi lo stanziamento di 2,7 milioni di euro. Al fine invece del potenziamento dei sistemi di monitoraggio è stata stanziata una somma complessiva di 4,2 milioni di euro,compresi i fondi per l’acquisto di droni per volo ad alta quota.

Una spesa ingente che per Zinzi si sarebbe dovuta tradurre in azioni concrete sui territori.

ROGHI SUL MONTE PETRINO – LUGLIO 2018 E GIUGNO 2017-

Andando a ritroso nel tempo, nel luglio 2018 un cumulo di rifiuti abbandonati aveva fatto scattare la ripresa dei roghi sul monte Petrino dove, nel giugno 2017, a ridosso del Castello, era scoppiato un altro incendio anche questo di notevoli dimensioni, la cui colonna di fumo aveva spinto persino bagnanti ed automobilisti di passaggio, oltre ai residenti, a darne segnalazione.

INCENDIO LOCALITA’ TRIGLIONE

Nello stesso periodo di quell’anno un ulteriore incendio si era poi sviluppato alle propaggini del monte, in località Triglione.

INCENDI OASI PARK E ZONA MACELLO

Risalenti al 2019, risultano dunque essere fra i più recenti i roghi che hanno dato alle fiamme canneti, immondizia e sterpaglie intorno all’Oasi Park nel mese di aprile (era il giorno di Pasqua) e successivamente, nel mese di agosto, spazzatura e sterpaglia in zona Macello nelle vicinanze della croce rossa.

A chiudere questa cronologia, l’incendio che a settembre aveva coinvolto rifiuti di vario genere fra cui materiale di risulta, plastica e spazzatura indifferenziata  facenti capo ad una “mini” discarica a cielo aperto per un’ampiezza di circa 500 metri quadrati in via Cavalieri Vittorio Veneto.

MONDRAGONE BOMBA AMBIENTALE: MARCIA PER LA VITA 2017

Negli anni il nostro Territorio è divenuto una bomba ambientale grazie alla presenza indiscriminata di discariche a cielo aperto e ai numerosi roghi tossici che fanno loro seguito. Nell’atto di rivendicare con forza il proprio diritto alla vita di fronte a queste situazioni rimaste irrisolte, nonostante i proclami delle amministrazioni succedutesi, nasceva a Mondragone per volontà degli stessi cittadini il comitato “Marcia per la Vita – 2017”.

“A distanza di quattro anni dall’ultima manifestazione cittadina promossa per denunciare lo stato di degrado ambientale, nulla è cambiato” affermò allora la portavoce del Comitato, Mina Iazzetta.

ASSENZA DELLA POLITICA DINANZI ALLE PROPOSTE DEI COMITATI CIVICI

Come allora il fenomeno desta sempre più preoccupazione per l’assenza di una decisa azione da parte della politica nel proporsi di attuare un vero e proprio piano di contrasto. E’ stato infatti presentato e protocollato un documento firmato da più di 200 persone che includeva diverse proposte.

Ne aveva dato comunicazione il 10 dicembre 2019, il Coordinamento Stop Roghi Tossici – Mondragone sulla base del Piano di Contrasto ai Roghi di Rifiuti, firmato dai Sindaci di 21 comuni, ma non dal nostro.

Si chiedeva oltre allo screening delle aree interessate dai cumuli di rifiuti sul territorio, di implementare un sistema di monitoraggio che risultasse più efficace in tali zone prevedendo l’installazione di nuove fototrappole e la messa in funzione di quelle preesistenti ma giacenti presso gli Uffici Comunali; l’istituzione di un registro dei circuiti di videosorveglianza; un censimento dei siti destinati agli sversamenti illeciti dei rifiuti e la relativa individuazione dei centri di raccolta, finalizzati al primo trattamento, con particolare attenzione rivolta agli pneumatici, agli scarti tessili, agli ingombranti, ai rifiuti da produzioni agricole.

La risposta dell’amministrazione cittadina si è finora risolta in un silenzio che risuona sconcertante e indifferente alla salute della popolazione, il cui eco resta quello di una voce che al tempo stesso si leva e cade nel vuoto.

Qualcuno però non si è limitato a prendere passivamente atto di questa realtà che deve invece essere combattuta con una maggiore presenza delle istituzioni.

ATTIVISTI DI MONDRAGONE E INTERVENTO DI PASQUALE GUERRIERO E TINA NARDELLI

A seguito degli ultimi roghi a cui si vuole dire basta, gli attivisti di Mondragone passano all’azione con l’ausilio di due candidati alla regione per la provincia di Caserta: Pasquale Guerriero e Tina Nardelli entrambi con la casacca del Movimento 5 Stelle

Questi ultimi si sono infatti attivati facendo pervenire alla Prefettura di Napoli il materiale fotografico approntato in concomitanza col sopralluogo ai siti interessati dagli sversamenti. Si è provveduto contestualmente a contattare il ministero dell’Ambiente nella persona del sottosegretario Salvatore Micillo, il quale ha preso in carico la richiesta di aiuto affiancandovi la promessa di venire sul territorio a seguire di persona gli sviluppi che avrà la vicenda.

PIANO DI CONTRASTO AGLI INCENDI BOSCHIVI DELLA REGIONE CAMPANIA PER IL TRIENNIO 2020-2022

La Regione Campania, dove Mondragone e’ rappresentata dal Consigliere uscente Giovanni Zannini candidato alle Regionali 2020 con la lista De Luca Presidente , in data 9 giugno 2020, ha  approvato  il Piano di contrasto agli incendi boschivi per il triennio 2020-2022, per il quale sono state già stanziate risorse per 51 milioni 464mila euro.

Il Piano si basa sulla interazione tra tutte le forze in campo e attiva l’intero sistema con oltre 1800 uomini e donne: oltre alle squadre regionali (oltre 100 unità di cui 68 Direttori Operazioni Spegnimento), saranno impegnate le Comunità montane, le Province e la Città metropolitana (con oltre 1000 operatori per l’intervento da terra), Sma Campania (con circa 200 addetti), Vigili del Fuoco e flotta aerea composta da 7 elicotteri.

Resta tuttavia ancora aperto, come  ferita che non si cicatrizza, il problema delle discariche a cielo aperto.

Oggi, alla luce di quanto detto, ci chiediamo: quali misure di contrasto ai roghi  tossici sono state effettivamente adottate dal Comune e dalla Regione, nelle varie amministrazioni, che si sono succedute fino ad oggi,  per tutelare la citta’ di Mondragone e l’intero litorale domizio?

Attendiamo come sempre risposte.