“Morto un Papa se ne fa un altro”: dalle piazze piene alle chiese vuote

Roma-Ieri, 8 maggio, si è arrivati alla tanta “sospirata” elezione del nuovo Papa. Si presenta, guarda caso, un americano, Robert Francis Prevost, ossia Papa Leone XIV, saluto “commosso”, accompagnato da una convenevole e ripetitiva frase: “La pace sia con voi”. Ma chi è il nuovo Papa? Era quello che tutti ci saremmo aspettati di questi tempi: un ritorno al passato, come richiama lo stesso nome, risalente a un secolo fa, non certo un progressista, un riformatore o un inclusivo. È un uomo di Chiesa, come tanti altri. Si dice, dall’oscuro passato, ma di oscuro, ormai, nella Chiesa cattolica non c’è più nulla, in quanto, insabbiare scandali di abusi sessuali perpetrati da preti, è la prassi, è proprio un “prodotto tipico clericale”. Per la comunità Lgbtq+ si tratta di una fumata “bianca”, non arcobaleno purtroppo, difatti, è gia stato chiarito il suo pensiero riguardo l’omosessualità, vista in contrasto con il beato Vangelo, ma era prevedibile. C’è chi parla di un Papa meno “progressista” di Bergoglio, non dimentichiamoci, però, che Papa Francesco ha semplicemente “accennato” a delle riforme mai avvenute. Alla sua morte, è stato ricordato come un “riformatore”, ma non ricordo in favore di cosa, poichè siamo passati da “Chi sono io per giudicare?”, a “C’è troppa froc****”, alle polemiche contro gli animali domestici, alla solita conformista descrizione del matrimonio o della famiglia come uomo e donna e basta, alle “aperture” verso le donne ma, di fatto, nessuno ha mai visto una donna celebrare una messa o un prete cattolico non più costretto al celibato. Quali sono stati questi cambiamenti? Semplicemente non ce ne sono stati, se non un finto progressismo, dimenticando, di Bergoglio, il suo passato in Argentina. Papa Leone XIV non è altro che un successore qualunque e si muoverà sulle solite linee politiche. Ma veniamo al paradosso: una piazza colma di gente proveniente da tutto il mondo, peccato però che le chiese cattoliche siano sempre più vuote. Vorrei sapere chi dona ancora un otto per mille alla Chiesa cattolica..La cosa certa, però, è che l’Italia non è un paese laico. Morto Francesco, ci siamo ritrovati ingabbiati in un bombardamento televisivo in cui, chi è ateo o credente ma non cattolico o di un’altra fede religiosa, ha subìto una mera imposizione su cosa guardare in tv. Imposizione, che è continuata con cinque giorni di lutto nazionale e un minuto di silenzio obbligatorio nelle scuole, cosa che ha urtato la sensibilità di varie famiglie e studenti. Ieri, medesima cosa, elezione del nuovo Papa che invade tutti i canali televisivi, come accade oggi, come accadrà domani. Il dato preoccupante è questo: non siamo in uno stato laico, ma è anche paradossale, poiché se ci facciamo una “capatina” la domenica a messa, possiamo notare che questi numerosi cattolici, in particolar modo i giovani, in realtà, non ci sono. Finché non ci sarà una Chiesa che abbraccia tutti, senza se e senza ma, una Chiesa che faccia meno politica e più valori cristiani e, per cristiano, si dovrebbe intendere accoglienza e amore, senza alcuna distinzione, non ci saranno veri praticanti cattolici. Forse, potremmo dire, che finché esisterà una figura come quella del Papa che esercita un potere temporale, le cose non cambieranno mai. Dovremmo, inoltre, constatare che, se c’è una folla di persone pronte a occupare una piazza per l’elezione di un Papa, come fosse l’incarnazione di Cristo in Terra, piuttosto che per protestare contro femminicidi, guerre senza sosta, massacri, disoccupazione, giovani costretti a lasciare l’Italia, ritorni al fascismo, diritti negati, famiglie che non arrivano alla fine del mese, c’è qualcosa che non va…