Caserta. Li chiamano “gli invisibili” e lo sono, di fatto; Persone che, per svariate vicissitudini, si trovano a vivere per strada, senza un tetto e, spesso, senza un pasto caldo.
Oggi, parliamo della triste storia di Pasquale Orlando, 61 anni, di Caserta, una persona molto conosciuta in città, per il suo passato calcistico, oltre che per la sua educazione e disponibilità.
Pasquale, sposato, con due figlie, ha lavorato, per anni, presso un noto Supermercato e, la sua, era una vita serena. Il destino, però, non è stato generoso con lui e, negli ultimi tempi, gli ha riservato, prima, la separazione dalla moglie e, successivamente, la perdita del posto di lavoro.
In seguito a questi episodi, per Pasquale, inizia il calvario.
L’uomo, prima, trascorre le notti per strada e, poi, in tre strutture dedicate all’accoglienza dei “senza tetto”, con cadenza, così come prevede il regolamento, di tre mesi per cadauna. Nessuna riabilitazione, nessun processo di inserimento, solo ed esclusivamente, un letto e la possibilità di usufruire di un bagno, previo regole molto rigide che, come nel caso di quelle della Chiesa del Buon Pastore, prevedono un rientro in struttura non più tardi delle 18,30. Pasquale, tiene duro e trascorre le sue giornate sperando nel buon senso di qualcuno, per poter mangiare e, soprattutto, cercando una soluzione in grado di restituirgli una vita dignitosa.
Ogni tentativo sembra essere vano; Troppo adulto per essere assunto, troppo povero per un contratto di affitto, troppo “invisibile” per essere perfino notato dalla gente che, solitamente, la solidarietà la dimostra sempre dopo la morte.
Le giornate trascorrono velocemente per Pasquale, ospite della struttura per senza tetto della Chiesa del Buon Pastore a Caserta, trascorre l’ intera estate uscendo la mattina alle 8,30 per poi, come da regolamento, ritornare nella struttura non più tardi delle 18.30. Ma, i guai, per l’ uomo, non sono finiti. Domenica, 21 Settembre, sono scaduti tutti i termini, compreso una proroga di 10 giorni e Pasquale è stato costretto a lasciare la struttura, ritornando a dormire per strada.
Non volendo più neanche soffermarci sul diritto al lavoro e ad una casa, previsti dalla nostra Costituzione, ci chiediamo quale possa essere il criterio assistenziale che usano i Comuni o Chicchessia per queste persone.
Perchè una struttura per senza tetto ti sbatte fuori, dopo tre mesi ,anche senza avere altre richieste in essere?
Noi continueremo ad indagare su questi e altri quesiti.
Nel frattempo, PASQUALE CHIEDE AIUTO e fa presente che è percettore di ADI.
Oggi, una stanza con bagno, rigorosamente con contratto registrato, ad un costo di Euro 250 mensile, per esempio, sarebbe alla sua portata e, soprattutto, gli consentirebbe di riprendersi la sua dignità di uomo, sacrosanto diritto di ogni essere umano.