Salviamo il Banco di Napoli!
sabato alle 10:00, via Toledo antistante sede Banco di Napoli
di Fiore Marro
Caserta 16 novembre 2018
Addio Banco di Napoli, mia identità!- A sgolarsi con tutta l’ irritazione e la delusione possibile è Nunzia Sannino, vicepresidente nazionale del Partito Separatista delle Due Sicilie, che incalza : “Abbiamo costituito un comitato Salviamo il banco di Napoli” .
Dal 26 novembre La Fondazione del Banco di Napoli sarà commissariata dal ministero del tesoro perché ha investito titoli in due banche del sud ritenute dal ministero a rischio! Doveva investire in MPS, banca Etruria, banca di Novara e banche venete! E’ la prima volta che in Italia si commissaria una fondazione, ma per Napoli ed il Sud si fanno eccezioni … Mostriamo la gratitudine allo stato italiano che ha MOLTO a cuore la sorte dei nostri risparmi! Da una nota sulla rete si legge: “Abbiamo purtroppo capito che l’inchiesta parlamentare sullo scandalo della svendita del Banco di Napoli da parte di Banca Intesa San Paolo forse vedrà la luce solo dopo la sparizione del Banco di Napoli stesso.
Abbiamo anche capito che l’indagine della Procura che è in corso perché improvvisamente i debiti inesigibili sono poi stati quasi tutti recuperati arriverà solo per la parte relativa alla refusione di eventuali danni accertati. Ma la Banca l’abbiamo persa! Il portafoglio clienti ed il patrimonio dell’ultima Banca territoriale del Sud finisce ancora una volta al Nord. Flussi di denaro e tasse ed imposte locali pagate ai già ricchi Enti Locali padani. Grazie al buon Romano Prodi ed alle cricche politiche che si sono succedute a lui ed ai suoi accoliti di PD e PDL, con la esatta complicità dei “cacicchi locali sempre in vendita per 33 denari, ci è stata soffiata la Banca storica del Meridione in meno di 20 anni !!! BRAVI BRAVI BRAVI.
E’ questa la vostra politica per il Sud ? Riteniamo purtroppo di si. Con una marea di parlamentari eletti al Sud, coscienti del fatto che i Piemontesi ci rapinarono di tutto con l’Unità d’Italia, anche questo governo, con governanti del Sud eletti per fare gli interessi del Sud, si interessa prioritariamente di tutto tranne che dei soldi del Sud e per il sud. I correntisti, gli affari e il capitale del Banco di Napoli erano del Sud e serviva per il Sud. Adesso ci aspetteremmo che : 1) venga mantenuto il nome “Banco di Napoli “; 2) vengano fuse almeno tre o quattro banche territoriali per farle diventare “Banco di Napoli” ; 3) venga stabilita Sede legale a Napoli e le venga restituito l’intero patrimonio immobiliare. Diversamente avremo visto salvare : Monte dei Paschi di Siena, Banca Toscana, Banca Etruria, Banca Veneta (e chi più ne ha più ne metta), tutte tranne il Banco di Napoli. Basta parole vuote e basta far finta di nulla oppure interessarsi “prima del Nord”, che si faccia qualcosa che serve per l’onore, la dignità e gli interessi del Sud, non l’elemosina e quattro denari di fondi già spettanti ai Meridionali.” Ancora la Sannino : “Il tesoro di San Gennaro, che è del popolo napoletano, si trova nel Caveau del Banco di Napoli, a Mezzocannone ed è circondato dall’acqua per evitare i furti attraverso le fogne, in tal modo è stato da sempre al sicuro, ma non abbiamo calcolato gli speculatori del Nord e la banca intesa San Paolo di Torino, infatti il caveau può dal 26 novembre 2018 essere messo in vendita, questo comporterebbe che il tesoro di San Gennaro dovrebbe cercare casa altrove: sono 22.600 pezzi di cui solo 600 può ospitare la curia di Napoli Allora la domanda è: dove collocare il rimanente del tesoro? Già ci fu una battaglia tra il ministro Alfano ed il Nostro Cardinale metropolita Crescenzio Sepe dal 26, ora a novembre si riapre una nuova ferita , è necessario vigilare contro questa manovra della banca di Torino.
Il tesoro di San Gennaro è in pericolo!! Ritornando alla questione del Banco di Napoli si deve chiarire che i crediti definiti sofferenze inesigibili, sono stati ricuperati tutti perché non erano vere sofferenze, il Banco non era in stato difficoltà, come loro affermavano, perciò ha potuto pagare. Questo però non è bastato e quindi ora vogliono cancellare il nome dell’ultima banca meridionale rimasta.
Cancellarne il nome significa depennare ulteriormente la nostra identità! E i soldi recuperati? Dovrebbero andare alla fondazione, perché è la fondazione che ha finanziato la black bank, invece togliendo il nome, andranno a finanziare, attraverso concessioni, la popolare veneta e la banca di Vicenza che hanno vere sofferenze . Questi soldi appartengono ai napoletani e dovrebbero finanziare il Sud, invece no, andranno ad arricchire le aziende del nordest ferme da giugno.” Giù il sipario sulla nostra identità, addio Banco di Napoli, toglieranno anche il nome alle varie filiali ancora esistenti, dopo aver portato via tutto soldi, casse, mobili, quadri di valore e perfino le mattonelle, con la regia dello Stato italiano dal 1990 al 2018.
Il 26 completeranno un manovra economica oscura iniziata 28 anni fa.
Non è bastato , devono cancellare anche il nome, cioè la nostra identità!
Mi ricorda una frase” non dovranno mai più essere in grado di intraprendere”, allora mi chiedo, nel 1860 non si sapeva, nel 1990 qualcosa si sapeva, nel 2018 si sa benissimo e allora perché permettiamo loro, ancora una volta, di farci depredare e trattare come schiavi neocoloniali senza identità e senza far sentire la nostra voce?
Questa è la triste storia del banco di Napoli degli ultimi 29 anni, con un epilogo mesto e malinconico.
