SAN NICOLA LA STRADA. Profughi e Sport, per i migranti alloggiati in Città non c’è la possibilità di fare sport gratuitamente

di NUNZIO DE PINTO

Profughi e Sport, per i migranti alloggiati in Città non c’è la possibilità di fare sport gratuitamente

SAN NICOLA LA STRADA – I migranti accolti nella Città di San Nicola la Strada non hanno la possibilità di poter fare sport gratuitamente. Ogni giorno, nelle ore pomeridiane, in Via Pertini, nel campo dove veniva solitamente ospitato il Circo, si vedono decine di giovani migranti dare calci ad un pallone, con due porte im­provvisate delimitate da una pila di pietre. Il calcio non conosce confini, praticamente tutti sanno come si gioca e probabil­mente è l’attività sportiva più praticata del mondo. Nella sua immediatezza sta anche la sua forza. Purtroppo, ai giovani di origini straniere che vogliono fare sport in Città sono precluse le porte delle diverse scuole di calcio che sono presenti sul territorio cittadino. Eppure, il calcio è lo sport più seguito nei Paesi d’origine di questi giovani migranti, per loro affermarsi in qualche squadra, anche dilettantistica, significa togliersi di dosso il giogo che la burocrazia ha loro affibbiato: quello di una persona che non ha diritti. Vedendoli tutti i giorni vestiti di tutto punto, con pantaloncino e casacca, con le scarpetta annodate al collo, recarsi in Via Pertini e giocare lo sport più bello del mondo fanno una grande tenerezza. Io non sono un esperto di calcio, non mi annovero fra i 60 milioni di allenatori della Nazionale di calcio, quindi non so se fra di loro c’è qualcuno che ha delle potenzialità, ma se non li vedono giocare nessuno dei tecnici presenti presso la diverse squadre di calcio sannicolesi non lo sapremo mai. L’Amministrazione comunale parla sempre di una maggiore integrazione fra i locali ed i giovani migranti eppure le iniziative tardano ad arrivare. Ad esempio, l’ente di Piazza Municipio, potrebbe sottoscrivere con le diverse società calcistiche di San Nicola la Strada una convenzione con la quale le diverse società si impegnano ad “affiliare” 20/30 giovani migranti ciascuna ed insegnare loro le fondamenta del gioco del calcio. Naturalmente, da parte dell’Amministrazione ci dovrebbe essere una piccolo aiuto economico affinché ai questi giovani le società possano fornire scarpette, pantaloncino, casacca e borsone. Attraverso il calcio si potrebbe dare la possibilità ai giovani richiedenti asilo provenienti dall’Africa di dimostrare le loro potenzialità sportive e di impiegare il loro tempo in attività che li aiutino a integrarsi sul territorio sannicolese. L’intenzione potrebbe essere quella di creare una squadra di profughi, con tutti i requisiti in regola, che sia riconosciuta sul territorio e che partecipi attivamente all’attività sportiva ed a diversi tornei calcistici in ambito provinciale. Lo sport è infatti un potente motore di inclu­sione per tutti i giovani, indipendentemen­te dalla propria origine etnica, dalla propria nazionalità, dal proprio credo religioso, ecc… Ha in sé la capacità di unire tutti coloro che vogliono praticarlo, favorendo la nascita di amicizie, legami, reti. Per superare le tante barriere di religione, di razza e di cultura che il mondo cono­sce, sicuramente il gioco del calcio rappresenta una chiave vincente ed è una pratica che permette di intervenire in contesti dove i processi di sviluppo sono ostacolati o rallentati da condizioni socio-economiche difficili. Valori etici come la lealtà, lo spirito di squadra, il rispetto delle regole e dell’avversa­rio trovano fra i praticanti a qualsiasi livello un riconoscimento indiscusso.