C’è un curioso paradosso nella politica italiana contemporanea: il governo Meloni si vanta di difendere la famiglia, i valori tradizionali e i diritti degli italiani, ma sembra aver dimenticato che tra questi diritti c’è anche quello alla salute. O forse, per l’esecutivo, curarsi è diventato un lusso e non più un bisogno essenziale? A giudicare dalle condizioni della sanità pubblica, la risposta appare evidente.
Prendiamo un caso concreto, una storia tra tante: una paziente affetta da sclerosi multipla, che ogni sei mesi deve sottoporsi a risonanza magnetica per monitorare la progressione della malattia. Un diritto garantito dalla Costituzione, certo, ma nella pratica? Dopo giorni di tentativi per prenotare un esame attraverso il servizio sanitario nazionale, finalmente le rispondono. C’è posto! Peccato che l’appuntamento sia a luglio 2025, in una provincia distante 90 chilometri. Un piccolo dettaglio che fa riflettere sulla reale accessibilità della sanità pubblica.
Ovviamente, esiste sempre l’alternativa: il privato. Qui le cose funzionano a meraviglia! La stessa paziente ottiene un appuntamento in due giorni, al modico prezzo di 680 euro. Una cifra irrisoria, se si considera che la salute è fondamentale, no? E se uno non ha i soldi? Beh, allora può sempre consolarsi leggendo l’Articolo 32 della Costituzione italiana, che tutela la salute come “fondamentale diritto dell’individuo”. Certo, leggerlo non curerà la malattia, ma almeno serve a ricordare la distanza tra teoria e realtà.
Per chi non lo sapesse:
In molti però non sanno cos’è la SLA o anche detta Sclerosi Multipla, questa malattia colpisce il Sistema Nervoso Centrale, e provoca i seguenti sintomi: Formicolio, intorpidimento, dolore, bruciore e prurito alle braccia, alle gambe, al tronco o al viso e talvolta una riduzione del senso del tatto. Perdita della forza o della destrezza in una gamba o una mano che può irrigidirsi.
Per un malato di SLA, è più che necessario tenere sotto controllo la propria malattia, poiché oltre a causare disturbi fisici, causa anche insicurezze sociali. La SLA può progredire, come può stabilizzarsi. Nel momento in cui progredisce, i movimenti possono diventare a scatti, irregolari e inefficaci. Le persone possono diventare parzialmente o completamente paralizzate. Nella fase più critica, si sviluppa la demenza.
Ma questa è solo una delle tante malattie, difficili da gestire grazie ai tagli sanitari fatti dal nostro bellissimo governo.
Questa situazione non è un caso isolato, bensì il sintomo di un problema strutturale. Il Servizio Sanitario Nazionale, un tempo fiore all’occhiello del Paese, oggi è lasciato in agonia. Mancano medici, infermieri, attrezzature e risorse. Le liste d’attesa sono infinite, e la risposta del governo? Tagli ai finanziamenti e una costante retorica sulla “difesa degli italiani” che si scontra con la realtà di cittadini abbandonati a se stessi.
Nel 2006, Tina Anselmi scriveva che la democrazia è “una pianta fragile, che cresce solo in un terreno concimato dalla responsabilità del popolo”. Oggi quella pianta è rinsecchita, e il popolo è lasciato senza cure, letteralmente. La politica non è all’altezza del presente, e i cittadini ne pagano il prezzo, con la salute e con il portafoglio.
Forse, alla prossima campagna elettorale, i partiti dovrebbero sostituire gli slogan propagandistici con una frase più onesta: “Se puoi permettertelo, vivrai più a lungo. Se no, arrangiati”.