Non solo arte e musica a Casertavecchia: la buona cucina è una certezza, quasi un “marchio” del Borgo e quale migliore occasione del Festival per farne un’esperienza a tutto tondo? Così i ristoranti del posto, pienamente coinvolti dall’atmosfera festivaliera, hanno messo a punto delle proposte targate “Settembre al Borgo”, per conquistare i visitatori prima e dopo gli spettacoli di questa 45esima edizione.
“La Medievale” punta tutto sul “crocchettone”, un formato maxi della classica crocchetta fritta a base di patate, ripiena di salame, mozzarella e parmigiano.
Il ristorante “Da Teresa” propone dal canto suo la “paposcia”, pasta di pane lievitata 48 ore e condita come una pizza o una bruschetta, mentre “Il Borgo da Modesto” presenta la “sfogliata salata”, farcita con stracciata di bufala e baccalà.
Per chi, allo ‘street food’ preferisce sedere a tavola e godersi una cena più articolata, ci sono i menù a prezzo fisso, anche questi appositamente studiati per il Festival: quello di “Mastrangelo” costa 20 euro ed al suo interno annovera le “pappardelle del Festival”, con nocciole e pinoli; stesso prezzo per “Il Ristoro del Campanile, che vanta una lunga carrellata di antipasti e contorni a chilometro zero. “La Torre del Capitano”, poi, offre un menù da 15 euro con un primo a base di crema di pistacchi o di ragù di cinghiale e uno da 7 euro per chi vuole degustare la pizza.
Con 25 euro a “La Castellana” menù completo di tutte le portate, con 16 euro uno in versione “short” per una consumazione più veloce: la ricetta per la 45esima edizione di Settembre al Borgo è uno “scialatiello con pomodorino giallo del Vesuvio, maialino casertano e tarallo napoletano sbriciolato”.
Per dolci insuperabili, rigorosamente fatti in casa, resta d’obbligo una sosta a “La Marchesina”, tra crostate di fichi e sbriciolate al cioccolato. Insomma, ce n’è davvero per tutti i gusti e tutte le tasche: e l’accoglienza, a Casertavecchia, è un’arte antica e ben radicata da sempre.