Spiccioli di spiritualità, Göbekli Tepe, il più antico sito religioso

A cura di Michele Pugliese

Per il consueto numero domenicale della rubrica “spiccioli di spiritualità” diretta dal prof. Pasquale Vitale, il prof. Michele Pugliese ci parla del sito Göbekli Tepe.
“Si può trovare una città senza mura, senza legge, senza scuole, senza uso di monete; ma nessuno ha mai visto un popolo senza Dio, senza templi, senza riti religiosi”. Si potrebbe pensa che questa frase sia stata pronunciata da un mistico. E invece è stata pronunciata nel I secolo a.C. da uno storico greco, di nome Plutarco.
“Non c’è cultura nella storia, sistema sociale o tradizione d’arte – scriveva Pietro Rossano, biblista e convinto assertore del dialogo interreligioso – che non rechi visibile o addirittura macroscopica l’impronta di un’ispirazione religiosa”. Dalle piramidi dei faraoni e dalla Ziqqurat della Mesopotamia al Partenone, dalla cupola di San Pietro a quella di Santa Sofia di Costantinopoli e della moschea di Omar, e si potrebbe continuare all’infinito. Questo elenco di monumenti prodotti in epoche e culture religiose differenti – collegati dalla comune fede in Qualcuno o Qualcosa di superiore – dimostra l’importanza della dimensione religiosa nella storia dell’umanità. Conoscere questo mondo, passato e presente, è conoscere le nostre radici e la nostra storia.
C’è stato un tempo in cui tutti gli uomini del mondo avevano una fede in un dio e il fenomeno dell’ateismo non esisteva. Non per questo tutti gli uomini erano buoni e seguivano i precetti morali delle varie religioni, ma il pensiero che un dio non esistesse non sfiorava minimamente le coscienze delle persone, che per questo prodigavano tutte le loro forze ed energie a costruire templi, sfornare opere d’arte plastiche e pittoriche, e anche a cercare di salvarsi l’anima, in qualche modo. L’homo sapiens era essenzialmente homo religiosus, proiettato cioè verso un mondo che oltrepassa la natura (trascendente) e in costante ricerca di un contatto con la divinità, che esprimeva attraverso costruzioni grandiose.
Tra i monumenti religiosi più antichi abbiamo il Partenone ad Atene (2500 anni fa), il Tempio di Gerusalemme (3000 anni fa, distrutto nel 586 a.C. e poi ricostruito, per poi essere di nuovo distrutto nel 70 d.C.), il Tempio di Karnak a Luxor (4000 anni fa), i monoliti di Stonehenge (4500 anni fa), le piramidi di Giza (5000 anni fa), i Templi di Malta (5500 anni fa), gli incredibili siti megalitici di Carnac (6000 anni fa).
Ma qual è il monumento religioso più antico di cui si abbia conoscenza? Ai più risulterà un sito sconosciuto, ma si tratta di Göbekli Tepe (“collina panciuta” in turco), un sito archeologico situato a circa 18 km a Nordest dalla città di Şanlıurfa, l’antica Edessa, nell’odierna Turchia, presso il confine con la Siria, risalente forse all’inizio del Neolitico, o alla fine del Mesolitico, ovvero 11500 anni fa circa. Si tratta di un complesso di costruzioni in pietra la cui datazione è stata ricavata con accurati metodi scientifici. Il sito è costituito da una serie di blocchi di pietra, obelischi e monoliti e soprattutto figure in altorilievo che non si sa bene come possano essere state scolpite (la metallurgia ufficialmente è iniziata circa 5 millenni dopo). Né si ha un’idea precisa sul metodo di trasporto dei giganteschi monoliti, estratti da una cava situata ad un chilometro di distanza; pertanto l’ipotesi ufficiale, che si basa sulle conoscenze che sono attualmente certe per quell’epoca, è che i blocchi siano stati scolpiti con utensili di pietra e trasportati facendoli rotolare su tronchi.
Ciò che rende davvero unico Göbekli Tepe è la sua struttura monumentale. È difficile stabilire con certezza l’identità degli esseri raffigurati, ma le loro dimensioni e la posizione che occupano al centro del complesso fanno pensare a delle divinità. I pilastri hanno una forma a T, sono enormi, alti da 3 a 7 m, e sono ornati per lo più da figure di animali in rilievo, rese in modo naturalistico. Si tratta generalmente di esseri feroci e minacciosi: avvoltoi, scorpioni, serpenti, anatre, felini, cinghiali e così via. Queste monumentali stele litiche erano inserite all’interno di muri realizzati in fango essiccato e frammenti di pietra disposti a formare più recinti sacri. Si doveva trattare verosimilmente di un luogo con una esclusiva funzione religiosa e cultuale, realizzato da uomini che ancora ignoravano l’agricoltura e che fondavano interamente la loro sussistenza sulla caccia e sulla raccolta. Ma che non ignoravano l’esistenza del soprannaturale, segno che l’uomo di ogni tempo si è sempre relazionato all’Assoluto e poi ha sviluppato tale “credenza” in forme sempre più evolute, fino ad arrivare alle grandi religioni monoteiste (Ebraismo, Cristianesimo e Islam) che naturalmente esistono ancora oggi, ma che testimoniano una storia partita da lontano, all’alba della civiltà dell’uomo.