Terremoto Ischia. Le amministrazioni comunali si ribellano allo sciacallaggio mediatico dei giornali.《impegnatevi a mantenere alta l’immagine di Ischia》

di ALESSANDRO FEDELE

Accade ad Ischia, intendendo una zona, comunque vasta, interessata solo per il 10%, o anche meno, dal terremoto.

Quei comuni interessati si sono espressi dopo il silenzio dovuto allo Shock delle prime ore dell’accaduto. La protesta questa volta non è mossa verso le istituzioni ma diretta ai comunicatori.

Questo non è un articolo realizzato per sminuire le parole delle Amministrazioni o dei Cittadini, peggio ancora dei giornali. Questo articolo riporta l’invito rivolto a tutti i giornalisti e a tutte le testate, perché, come ci fanno notare da Ischia, i servizi realizzati e le varie notizie costruite, non rispecchiano la realtà dei fatti.

Gli ischitani vogliono far ritornare il turismo, far ritornare anche gli stessi cittadini dell’isola. Tutti impauriti dopo una lieve scossa tellurica divenuta catastrofe.

Vediamo, però, come si è arrivati a parlare di catastrofe e di sciacallaggio mediatico .

Il Sindaco Giacomo Pascale rifletteva dicendo: <<le case cadute, l’abusivismo, non c’entrano nulla con il terremoto, causa naturale. Dovremmo riunire ad un tavolo tutti i livelli istituzionali e realizzare un piano di provvedimento per determinare, con le giuste norme, sia l’adeguamento sismico che la regolamentazione delle case abusive.>>

La freccia lanciata dal Sindaco, per colpire le istituzioni, va dritta al bersaglio (indagare per scoprire la stabilità dei fabbricati ,per ogni comune, evitando di ricorrere alla spesa di 3,4 miliardi, per esempio, come già accaduto nel 2012. Con questo nuovo sistema si potrebbero scongiurare catastrofi e risparmiare astronomiche cifre monetarie).

D’altronde, lo stesso ministro Delrio ha fatto presente che un accurato controllo, fabbricato per fabbricato, potrebbe ridurre di un bel po’ la percentuale di possibilità di crolli. Unico problema che si evince nella dichiarazione del Ministro sarebbe la certificazione ‘non obbligatoria’, come afferma. Quindi si deduce che in caso di mancata certificazione, forse negativa o positiva, in seguito a possibili terremoti, le case potrebbero crollare o non, senza che ad alcuno venga attribuita la colpa per incuria.

Lasciamo le teorie e ritorniamo subito alle macerie di Casamicciola e Lacco Ameno.

In questi comuni la voce del popolo del meridione si è fatta sentire. L’energia del sud li ha incoraggiati a farsi avanti e combattere contro chi strumentalizza una tragedia come questa. Perché agli Italiani nessuno ridarà le case che, anno dopo anno della loro vita, hanno sudato con grandi sacrifici.

Se si è parlato di “sciacallaggio mediatico” è solo grazie agli ischitani combattivi, i quali hanno saputo tener testa a coloro che strumentalizzano. Sempre grazie al sindaco Pascale ci si è resi conto che per giorni e giorni i giornali non hanno fatto altro che parlare di abusivismo. Il Sindaco ha quindi detto: <<la causa di questo terremoto e dei crolli, non è dipesa dall’abusivismo. Le case sono cadute per una causa naturale. Tutti hanno appreso dai giornali che Ischia è la patria dell’ abusivismo ma in realtà ci sono 30mila pratiche di condono e assicuro che la mia gente non è un popolo di delinquenti.>>

Il lungo discorso del coraggioso sindaco contiene prima di tutto una richiesta rivolta a tutte le redazioni e questa è una di quelle redazioni che pubblicando i dettagli più “intimi” provenienti dai tanti pensieri della cittadinanza, vuole obbedire alle parole: “vorremmo che i giornalisti parlassero di Ischia e non di delinquenza, perché così facendo si va a creare solo un danno all’ immagine del paese, causandoci così un altro terremoto”.

Quindi gli ischitani hanno capito bene cosa è uno sciacallaggio mediatico capace di distruggere un intera economia popolare, facendo appunto degradare l’immagine del loro popolo e dell’ isola.

Il numero di sfollati è addirittura minore del numero di scappati. I turisti, si sa, hanno abbreviato le loro vacanze. Si parla di 1050 persone che subito dopo il terremoto si sono imbarcate.

Da quella  fatidica sera si è arrivati a contare oltre 2600 “scappati”. Questo, per chi vive l’economia dell’isola, è visto come un gravissimo danno economico, capace di sottrarre turisti e abitanti alle città.

 

Nella foto  Giacomo Pascale Sindaco di Ischia