FA DISCUTERE LA SENTENZA SULL’ADOZIONE DI UN BIMBO DI 6 ANNI DA PARTE DI DUE OMOSESSUALI MASCHI.SUMMA LEX : SALUS PUERORUM ?

di Sebastiano Devastato

FA DISCUTERE LA SENTENZA SULL’ADOZIONE DI UN BIMBO DI 6 ANNI DA PARTE DI DUE OMOSESSUALI MASCHI.

SUMMA LEX : SALUS PUERORUM ?

 

 

Destinata a far discutere ed a ragione, la sentenza emessa lo scorso 20 marzo dal Giudice Cavallo presidente del Tribunale dei minori di Roma:” Il bimbo aveva già intorno a se un ambiente affettivamente sicuro ed accogliente…” . Queste sembrano essere state, a un di presso, le motivazioni addotte dal giudice. Il bimbo che oggi ha sei anni, era nato col sistema dell’utero in affitto, da parte dei due ‘genitori putativi’, che tra l’altro già ritualmente sposati in Canada, avevano fatto ricorso anche alla fecondazione eterologa della donna che ha portato avanti la gestazione ed il parto del ragazzo sei anni orsono. Il Giudice stesso ha fatto ricorso ad un articolo di legge sulle adozioni che prevede la discrezionalità del giudice nei casi controversi e difficili. Finora in Italia l’adozione da parte delle coppie gay era stata consentita  solo a coppie lesbiche in cui una delle due donne era la madre naturale della creatura.

Con questa sentenza si innova profondamente e si incide anche sul disegno di legge sulla ‘step child adoption’ che ha iniziato il suo iter parlamentare e che, siccome la sentenza già definita di ‘portata storica’, rappresenta una nuova frontiera circa il ‘de iure condito’, in grado di condizionare pesantemente il ‘de iure condendo’.

Il Giudice Cavallo rivoluziona i metodi ed i criteri di giudizio secondo i quali un intero popolo  o la stragrande maggioranza del popolo italiano, e persino un parlamento a maggioranza variabile, ha dovuto fare marcia indietro stralciando la ‘step child adoption’ dal disegno di legge poi approvato sulle Unioni Civili. Del resto anche la circostanza  dei due conviventi ,per la legge canadese  coniugi a tutti gli effetti, avvalora la circostanza, e costituisce un valido precedente, per far si che anche i ‘paletti’ imposti per il riconoscimento delle Unioni Civili stesse, al pari del matrimonio, venissero in buona parte stravolti , trattandosi di una sentenza che , di fatto, soggiace non tanto al corpus giuridico ed al dettato costituzionale italiano, ma  a quello canadese, che, con tutti il rispetto che si deve al Canada come paese, peraltro, sicuramente civile e socialmente assai avanzato, certo non è il nostro. Popolo e Parlamento italiano di fatto esautorati da un Giudice, Cavallo, appunto, che sta  oltretutto per lasciare la toga essendo prossimo al  collocamento a riposo. E’ tutto a posto? Credo proprio di no!. Anche sul fatto che si sia privilegiata la salute psichica del bambino, già inserito in un clima di solidi affetti risulta forse più il portato di una brillante tesi del collegio di avvocati che ha istruito la causa di adozione, che non un convincimento sincero e partecipe del Giudice, visto che un’intera Nazione, con gli organi di stampa e le sue rappresentanze politiche, aveva già detto sostanzialmente di no. Potenza dei giudici. Speriamo che il Procuratore Generale della Corte di Cassazione proponga ricorso contro una sentenza che lascia del tutto esterrefatti.