LA7,attraverso codice iban e su iniziativa di Enrico Mentana, ha promosso una raccolta fondi per la regione Veneto, in particolare per Venezia. La sponsorizzazione è partita dalla pagina Facebook del direttore, che ha dichiarato
“Aiutare è un atto spontaneo, non un obbligo o una tassa. Se non sentite il desiderio di farlo, in favore di chi in zone meno note della laguna ha perso tutto, passate oltre, perché il post non vi riguarda. Evitate però i soliti commenti impastati di odio e di rancore. Non è il giorno, non è l’argomento”
Il governatore Zaia non ha fatto attendere i suoi ringraziamenti
“Grazie al direttore del Tg La7 News Enrico Mentana che anche in questa occasione sta al fianco dei veneti”
Solidarietà anche sui social, seguita però anche da tanta rabbia per il consueto squilibrio avutosi nella ripartizione dei fondi per le città colpite dalle avverse condizioni climatiche.A chi fa notare che a Matera non è stata attivata nessuna raccolta fondi, Mentana risponde
”Qualcuno le ha impedito di fare donazioni per Matera? Lo denunci. O forse sta facendo la solita polemica sterile, per cui ogni azione è sempre sbagliata e parziale? Si attivi e faccia la sua donazione per Matera, senza ulteriori piagnistei”
Al netto di Mentana, che rimane libero ovviamente di scegliere a chi destinare la propria raccolta fondi, sembra che la rabbia dei meridionali sia da attribuire al fatto che i fondi per il Veneto siano già stati stanziati, mentre per Matera non ancora. A ciò si aggiunge anche il rancore nei confronti del Presidente Zaia che, fino a non molto tempo fa, premeva per l’attuazione dell’autonomia differenziata, mentre in queste ore nessuno sta parlando dell’eventuale “secessione”. Anzi, omaggi sono rivolti alla stato centrale che, giustamente, ha sbloccato 20 milioni di euro per gli interventi più urgenti, destinando, come ha riportato il Premier Conte, che ha avviato la delibera in Cdm dello stato di emergenza per Venezia, 5.000 euro ai privati cittadini e 20.000 euro agli esercenti commercianti che hanno subìto un danno. Evidentemente, il tema dell’autonomia regionale ha solo un’evidente motivazione propagandistica da usare all’occorrenza.
Dal canto suo, Di Maio ha dichiarato che
“nonostante sia arrivato il momento di star a fianco ai veneti, non è possibile far finta di non vedere che qualcuno ha delle colpe,opere come il Mose sono nate vecchie e infarcite di tangenti e corruzione, ma ora, benché non sia la migliore soluzione possibile, va terminata”. Al TG3, pochi minuti fa, ha poi sottolinearlo che bisogna tener presenti anche le esigenze di altre zone alluvionate, come Matera
Sul Mose, prima di Di Maio, è intervenuto anche l’ex sindaco di Venezia, Massimo Cacciari , che ha dichiarato all’Espresso:
“Questa storia è politica, tecnica e amministrativa. Quella giudiziaria e penale ne deriva per certi aspetti logicamente; senza conoscere la prima, sulla seconda non si potrà che giocare al poliziotto e al magistrato o, peggio, ridurre il tutto alla famosa “questione morale”,che da quarant’anni si predica, senza che nullamuti. Due decisioni fatali, strettamente connesse, segnano il peccato d’origine della “grande opera” Mose. Decisioni tutte politiche e forse, prima ancora, culturali. Contro le quali il sottoscritto, con pochissimi altri, ha combattuto fin dal primo giorno, restando perfettamente inascoltato non appena la sede del confronto si “alzava” da quella amministrativo-locale a quella dei governi regionale e nazionale”.
Tornando a Matera ,nonostante il “fiume in piena” che ha portato basoli e tanti frammenti di edifici in tutta la città, ancora non sarebbe stato approntato un sistema di aiuti pubblici e privati. Ciò riapre una ferita mai rimarginata sul divario tra nord e sud esistente dai tempi dell’Unità d’Italia. Ed è per questo che il Movimento Neoborbonico ha lanciato attraverso due appelli l’invito di lanciare un codice IBAN da parte dei sindaci delle città del Sud, colpite dagli eventi climatici, con danni come quelli di Matera, e l’invito al governo di far godere almeno per una volta il Sud di una “par condicio” sui fondi, tenendo conto di quelli già spesi fino ad oggi per le città del nord.
Anche la pagina Sudexit ha lanciato un appello sui social:
“Se aspettiamo che lo stato italiano si accorga delle emergenze al Sud, passano altri 158 anni…se stiamo ad aspettare sottoscrizioni tramite banche italiane promosse da media italiani, pure peggio.Il Pacco Terrone è un piccolo e-commerce della Basilicata che vende prodotti del Sud, ecco la nostra idea: SVUOTARGLI IL MAGAZZINO. Ma danni ce ne sono stati anche a Licata, e nel Salento.In fondo al posto abbiamo messi i link, ordinati per regione, di aziende di e – commerce di Basilicata, Sicilia e Puglia. Se ce ne sono altre che non conosciamo, ce li segnalate e li aggiungiamo.”