Aversa: il sottosegretario alla cultura ad Aversa per il ruolo della scuola nella formazione

Social network, un evento nell’aula consiliare per educare e sensibilizzare i giovani alla buona comunicazione

AVERSA-“Dobbiamo educare gli studenti alla digitalizzazione e a ragionare criticamente”. Queste le parole che, più di una volta, il sottosegretario di Stato al Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca, Giuseppe De Cristofaro ha ripetuto a gran voce durante l’evento “Il ruolo della scuola nella formazione: tra realtà e social network”, tenutosi oggi 22 novembre, presso l’aula consiliare di Aversa. Il meeting, che ha coinvolto anche gli studenti del liceo artistico di Aversa, il liceo scientifico “E. Fermi”, del liceo classico “Cirillo”, del liceo delle scienze umane “Jommelli”, dell’ITC “Gallo”, della scuola media “Pascoli”, del Terzo Circo Didattico e della scuola media De Curtis, ha visto gli interventi del sindaco del Alfonso Golia, del presidente del Consiglio Comunale di Aversa, Carmine Palmiero e del sopracitato De Cristofaro. Partito anche da un’idea del senatore Lucio Romano (presente in aula consiliare e con lui anche il vescovo Mons. Angelo Spinillo), l’incontro ha fatto luce su un tema molto attuale e che crea non pochi problemi ovvero la digitalizzazione e il mondo dei social nell’ambito didattico.

GLI INTERVENTI.

CARMINE PALMIERO: “Già qualche settimana fa mi sono posto il problema dell’esempio che spesso il politico dà ai giovani attraverso un uso smodato dei social network. Ho ritenuto opportuno evidenziare l’esigenza di abbassare i toni, invitando tutti, maggioranza e opposizione, al senso di responsabilità. Vogliamo essere i primi a dare un esempio concreto e oggi, infatti, colgo l’occasione per annunciare che a breve proporrò a questo consiglio comunale di sottoscrivere attraverso una delibera formale il “Manifesto non ostile” promosso dall’associazione nazionale “Parole ostili”. Si tratta di un progetto sociale di sensibilizzazione contro la violenza o delle parole affinché il dibattito si basi su contenuti e idee orientati al bene comune, con un linguaggio non ostile. È un impegno ad un uso corretto dei toni e dello stile, sia in rete sia individualmente”.

IL SINDACO ALFONSO GOLIA. “Ho voluto fortemente questo incontro a seguito di uno spiacevole evento accaduto una settimana fa. Nei giorni di pioggia, in cui si dibatteva sulla chiusura delle scuole, io non scelsi di non chiuderle. Da questa decisione si è scatenata sui social una bufera: commenti e offese, non solo alla mia persona, ma anche alle istituzioni. Da quel momento mi sono domandato il perché. Volevo capire, a fronte di quei messaggi, dov’era il fallimento delle istituzioni e della scuola. Io sono convinto che i social fanno parte della nostra vita e che spesso si sostituiscono alla nostra vita reale. Ma a volte si perde il controllo. Da una ricerca effettuata da “Telefono Azzurro” si evince che il 43% dei ragazzi e il 53% delle ragazze hanno attacchi di ansia se si trovassero privati dei social. Internet ci permette molto, ci fa conoscere persone nuove, accorcia ogni tipo di distanza, è una grande biblioteca, ma oltre a questa bellezza presenta anche una forte criticità. C’è un uso distorto dello stesso come furti di identità, adescamento di minori, diffamazioni, cyber bullismo e istigazioni alla violenza verbale e non. Tutti reati con conseguenza legali. Di fronte a questo utilizzo sbagliato dei social, io credo che le istituzioni debbano contribuire ad educare sia i più piccoli che i più grandi. Sono convinto che non serva solo punire chi non li usa bene, ma serve soprattutto un investimento per la sensibilizzazione e l’educazione ad un utilizzo corretto. La scuola cambia con lentezza rispetto al processo della tecnologia. Quindi penso che dobbiamo calarci nel mondo dei nostri studenti che possiamo chiamare “nativi digitali”. Le istituzioni, la scuola devono trovare strategie innovative che vadano a passo con la digitalizzazione. I ragazzi si muovano in contesti composti da spazi virtuali e reali; allora il nostro compito è quello di favorire i processi di ammodernamento e essere padroni di nuove tecnologie anche per l’inserimento nel mondo del lavoro. Mi sento, in qualità di amministratore, di attuare sin da subito il “Manifesto non ostile” e non solo, ci impegneremo come amministrazione ad attuare un progetto di sensibilizzazione per le scuole del nostro territorio mirato ad educare gli studenti, sia quelli più piccoli sia quelli più grandi, ad una forma corretta della comunicazione e del digitale”.

GIUSEPPE DE CRISTOFARO: “Io credo che noi abbiamo a che fare con un mutamento della società sconvolgente. Da questo punto di vista la scuola si trova dinanzi ad un grande dilemma ovvero di come si convertirsi e convertire al digitale anche la sua formazione educativa e formativa. Io credo che nella transizione in cui si trova la scuola pubblica, si trovano anche tutti i corpi intermedi della società, quali i partiti, i sindacati e, perché no, anche la chiesa. Dentro questa crisi resta solo la famiglia. Ciò però rappresenta un problema. Restando solo la famiglia mentre la società ci si sgretola intorno, viene meno quella possibilità di ottenere pari opportunità di merito. Viene meno l’idea di veder migliorata la nostra posizione sociale. A fronte di ciò, credo che dobbiamo investire sulla scuola, sulla pubblica istruzione e sulla ricerca. Dobbiamo ricostituire una società in cui il merito venga fuori. Io sono convinto che semplice divieto all’uso dei social non un giusto metodo per avere risultati migliori, specie in una società digitalizzata come la nostra. Allora credo che si deve provare a fare il tentativo inverso ovvero strutturare una scuola nella modernità attraverso l’accessibilità alle reti tecnologiche, alle piattaforme digitali e alla navigazione in internet. Dobbiamo mettere i nostri studenti sul sentiero del saper ragionare criticamente. Si devono mettere in discussione anche alcune regole se queste non ci portano verso una valida e concreta soluzione. La nostra dev’essere una battaglia collettiva e comune, partendo dalle istituzioni. Al centro di ogni dibattito dev’esserci la scuola. Mezza popolazione, inserendo tutte le figure che la compongono, fa parte dell’organo – scuola. Sulla scia di ciò che sosteneva Morin, sono convinto che abbiamo bisogno di teste ben fatte più che di teste ben piene”.
Alla fine dell’evento, dopo qualche intervento degli studenti, il sindaco Golia ha sottoscritto il “Manifesto non ostile”.

 

In basso le foto

 

Le docenti del liceo artistico di Aversa.