Giugliano-Pasqua. Il cellulare di Anna squilla ogni minuto: sono le voci a un tempo dimesse e colorite di uomini e donne dei quartieri popolari del Giuglianese che la ringraziano perché anche oggi, nel giorno di Pasqua, non sono state abbandonate e hanno ricevuto dalle sue stesse mani o da quelle di qualche congiunto un pasto da mettere in tavola e un uovo di cioccolato per i loro figli troppo spesso dimenticati dalle istituzioni, ma anche la parola generosa del conforto.
Anna Bifulco vive a Giugliano con la sua famiglia composta di nove figli. Sì, proprio nove figli dei quali Anna e suo marito hanno fatto, con la loro educazione all’Amore, diciotto mani, diciotto braccia per servire l’altro, nella convinzione che la vita è un dono che si riceve donandosi: da Antonio, il più grande, di anni 27 affetto dalla sindrome di Down, a Rosabelle la più piccola, di 9anni, ognuno di loro potremmo trovare in ogni momento intento presso la loro casa a confezionare pacchi alimentari per i bisognosi.
Insomma l’emergenza non ha fermato Anna, i suoi e tutti I Congiunti – così si chiama la Cooperativa sociale per minori disagiati e famiglie in stato di bisogno che opera lì a Giugliano dal 2012 -, grazie alla collaborazione di Roberto Tuorto, direttore del Banco Alimentare Campania ONLUS, che ha permesso, con tutte le misure precauzionali, la continuità dell’assistenza agli indigenti con l’aiuto alimentare con un’attenta calendarizzazione dei ritiri dei pacchi presso la sede. Generosa in questa situazione di emergenza anche la collaborazione delle Forze dell’Ordine nelle persone del Col. Antonio Vernillo e del Cap. Oscar Samuele Olivieri della Guardia di Finanza, del Com. Salvatore Salvati dell’Arma dei Carabinieri di Giugliano e di tanti che al fianco di Anna e sulla scia contagiosa del suo esempio, stanno onorando la loro già nobile missione con l’impegno a donare fino all’umile consegna dei pacchi direttamente alla porta dei poveri.
Questa mattina uno di questi si è recato direttamente a casa di Anna per ricevere il pacco alimentare. Victoria, una delle figlie,17 anni, racconta di averlo scorto a consumare il cibo già appena fuori dalla porta, tanto era affamato: “Ai miei coetanei chiedo di non far caso in questi giorni di reclusione a quello che ci manca e alle rinunce a cui l’epidemia ci costringe, ma al bene che in questa occasione possiamo fare per gli altri. La vita si misura sull’amore e non serve se non si servono i nostri fratelli”.