Esplosione di casi di Coronavirus nel mattatoio Tönnies nel Nordreno Vestfalia.

La pandemia scopre ferite aperte e da tempo ignorate nel mondo del lavoro tedesco.

 

 

Venerdì 20 giugno 2020, Thomas Kuhlbusch, a capo della squadra di crisi nel distretto di Gütersloh, non nasconde la sua rabbia. Già alla prima domanda dei giornalisti durante la seduta stampa risponde: “La fiducia che poniamo nella società Tönnies è zero. Devo dirlo chiaramente.”

Le autorità lamentano una scarsa cooperazione e già giovedì hanno mobilitato tutte le forze possibili per affrontare l’infezione di massa nel macello. Venerdì si è deciso di porre tutti i 6500 dipendenti Tönnies della sede di Rheda-Wiedenbrück, familiari compresi, in quarantena, includendo tra questi anche l’amministrazione, la direzione e il vertice aziendale.

Lo stabilimento è stato chiuso e la campagna di test intensivo è iniziata venerdì. Più di 1000 persone sono risultate positive, ma il problema più grave è riuscire a tracciare tutti gli infetti. Se non si dovesse riuscire nell’immediato, il rischio di chiudere l’intera provincia è serio.

Il team di crisi, almeno questa è la versione di Kuhlbusch, ha chiesto alla direzione dell’impianto un elenco completo dei lavoratori. Verso le 12:00 di venerdì è pervenuto un primo elenco, ma gli indirizzi di un terzo dei nomi mancava. Il problema di molte grandi aziende tedesche è tutto relativo ai metodi di assunzione di parte del personale  (una parte della forza lavoro proviene da ditte subappaltatrici, reperire i dati di ogni singolo lavoratore potrebbe risultare molto difficile nell’immediato)

Tuttavia la reazione dura delle autorità potrebbe avere un doppio fine, il più subdolo è quello di tentare di coprire i propri fallimenti. Dopotutto, è noto da tempo quali siano le condizioni di lavoro nei grandi macelli tedeschi: i lavoratori, principalmente dalla Romania e dalla Polonia, che sono impiegati da subappaltatori, ricevono salari bassi e vivono in alloggi di massa.

Sabato pomeriggio, Clemens Tönnies, patrono dell’azienda, capo della squadra di calcio Schalke 04 e amico di vari politici su molti livelli si è concentrato sul punto più importante: gli indirizzi mancanti. Quelli dei diretti dipendenti dell’azienda erano presenti e regolarmente trasmessi, mentre Lo quelli dei dipendenti di ditte terze non sono stati conservati per questioni legate alla privacy (per lo meno questo è quello che dichiara il patron dell’azienda)

 

È evidente che ci sia un problema di fondo nell’industria della carne tedesca e che l’azienda più grande della Germania non riesca (o non voglia) tenere traccia dell’intera filiera del personale impiegato