Rubrica “L’angolo letterario”/ Vincenzo Restivo consiglia “Brevemente risplendiamo sulla terra” di O. Vuong

Per il mese di dicembre Vincenzo Restivo, scrittore e docente di spagnolo e portoghese, ci propone la lettura di “Brevemente risplendiamo sulla terra” di O. Vuong, La nave di Teseo.

Credo che la straordinarietà di questo libro cominci proprio da qui, dall’impossibilà di raccontarlo.
Ma voglio provarci lo stesso, e per questo vi dico che è la storia di Little Dog , ragazzo Vietnamita naturalizzato americano, ma è pure la storia di sua madre, e di sua nonna, fuggita dalle mattanze del Vietnam per sopravvivere.
Ed è proprio questo, una storia di sopravvivenze e remissioni. Di mattanze e di perdite.

Vuong ha consapevolezza della lingua, ne ripercuote le assonanze prosastiche, le domina con sagacia. E attraverso una lunga epistola, ci racconta una storia che è un po’ quella di tutti. Perché tutti, come scrive, nasciamo da una bellezza, una bellezza corrotta, seppur dignitosa.
E succede che anche noi ci sentiamo parte della storia di Little Dog, e ci sembra quasi di sentirla, la sua voce, pacata e dolce come il sapore del riso intinto nel tè.

Little Dog è l’osservatore attento, la cura scrupolosa per una madre che ha sempre dovuto sbrigarsela da sola, è l’orecchio teso che registra i racconti di nonna Lan, è il corpo adolescente che accoglie i baci e il sesso di Trevor.
Brevemente risplendiamo sulla terra è un capolavoro linguistico, un regno dove è proprio la lingua a dettare le regole.

Vuong ci parla dell’inadattamento idiomatico di due universi linguistici (il vietnamita e l’ inglese), apparentemente incompatibili. Ma in questo marasma, dove soprattutto la lingua diventa principio discriminante – assieme a tutti gli altri possibili fattori che determinano le differenze etniche-, Voung ne ricava delle attenuanti, delle analogie addirittura, e cerca, nel fattempo, di frantumare la storica gerarchia che fa di certe realtà linguistiche, lingue di potere.

È un testo intimo, uno scrutare attraverso lo spiraglio della porta socchiusa, nelle vite di personaggi che si lasciano sfiorare, annusare, ascoltare. Sinuosi e remissivi.

E noi, lettori impassibili, non possiamo fare altro che lasciarci avvolgere da tutta la poesia del mondo.

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