Caserta. ” Chiedo alla Dott.ssa Tiziana Maffei , Direttrice della Reggia di Caserta un confronto diretto con gli esperti delle Associazioni Ambientaliste e con l’Ordine degli Agronomi e Forestali prima che sia troppo tardi”.
Queste le parole del Dott. Giuseppe Messina, Agronomo, gia’ Vicesindaco della citta’ capoluogo durante l’amministrazione Bulzoni, che si rivolge alla Dott.ssa Tiziana Maffei , Direttrice del sito Unesco, per fermare la ” strage dei lecci” piantati in via Dell’Acqua Parco della Reggia.
Nei giorni scorsi, la Direzione dello storico monumento ha annunciato che i lecci della via Dell’Acqua sono a rischio crollo e i filari, pertanto, vanno sostituiti.
Si tratta di due filari di lecci, ovvero ben 750 alberi, che delimitano la via Dell’Acqua, decorando, come ” ecologia di una architettura”, i 450 metri di vasche monumentali che sovrastano imperiose il Parco Reale della Reggia di Caserta. Dunque, Ecologia di una Architettura, ovvero autentico elemento architettonico fortemente voluto nel progetto originale di Luigi Vanvitelli.
Sul punto la Direttrice Maffei e’stata molto chiara. ” Per questa inconfondibile caratteristica architettonica- ha dichiarato– i lecci vanno sostituiti tutti, in blocco, per mantenere invariato quel senso di illimitatezza disegnato nel Settecento e segno identitario della stessa Via dell’Acqua”.
Giuseppe Messina respinge in toto le giustificazioni assunte dalla Direttrice della Reggia e sfida la Maffei sul tavolo del confronto diretto con gli esperti di categoria.
“Un leccio- dice Messina– vive mediamente 1000 anni. Mettiamo che i lecci furono messi a dimora nel 1753. Sono appena passati 270 anni. Diciamo che i lecci sono ancora giovanissimi e avrebbero una vita davanti. Oltre quella della direttrice della Reggia e anche della mia vita, ovviamente.
Visto lo stato degli alberi, questa enorme spesa e distruzione di massa potrebbero essere certamente evitate.
Basterebbe ricorrere a tecniche di dendrochirurgia e a potature varie come la potatura di formazione o di allevamento; o piuttosto alla spalcatura o innalzamento della chioma; oppure ancora alla cura e restauro della chioma; od, invece al diradamento o riduzione della chioma;alla rimonda dal secco oppure alla potatura di rigenerazione“-
” Lo ripeto- conclude Messina- chiedo alla Signora Maffei un confronto diretto per affrontare e risolvere questa dolorosa vicenda“.