Ogni anno, il 9 maggio, si celebra la Giornata dell’Europa, un’occasione per ricordare l’inizio del processo di integrazione europea e riflettere sui valori che ancora oggi tengono insieme i popoli del nostro continente.
La data fa riferimento a un evento storico decisivo: la Dichiarazione Schuman, pronunciata il 9 maggio 1950 dall’allora ministro degli Esteri francese Robert Schuman. La proposta prevedeva la creazione di una Comunità europea del carbone e dell’acciaio, un primo nucleo di cooperazione tra Francia e Germania che avrebbe impedito nuove guerre e inaugurato una stagione di collaborazione economica e politica.
Ma l’idea di un’Europa unita ha radici ben più profonde. Già nel XVIII secolo, il filosofo Immanuel Kant, nel suo celebre saggio Per la pace perpetua (1795), immaginava una “federazione di popoli liberi” come unica garanzia per una pace duratura. Per Kant, la pace non era solo assenza di guerra, ma il frutto di una struttura giuridica condivisa tra Stati sovrani.
Nel Novecento, durante la tragedia della Seconda guerra mondiale, l’idea europea trovò nuova linfa grazie a figure come Altiero Spinelli, autore, insieme a Ernesto Rossi, del Manifesto di Ventotene (1941). Esiliato dal regime fascista, Spinelli immaginava un’Europa federale, capace di superare i nazionalismi che avevano insanguinato il continente. Secondo il Manifesto, l’unica via per una pace duratura era l’unione politica dell’Europa in una federazione di Stati liberi e democratici.
Da quel sogno visionario nacque, passo dopo passo, l’attuale Unione Europea, che oggi conta 27 Paesi membri e oltre 450 milioni di cittadini. Oltre all’unione economica e monetaria, l’UE rappresenta una comunità fondata su valori comuni: diritti umani, democrazia, uguaglianza, solidarietà e rispetto dello Stato di diritto.
La Giornata dell’Europa non è solo una ricorrenza simbolica: è un invito a riconoscere l’importanza della cittadinanza europea, che offre ai cittadini diritti concreti – dalla libertà di movimento al diritto di voto europeo, fino alla possibilità di studiare e lavorare in tutta l’UE – e li rende partecipi di un progetto storico straordinario.
Oggi più che mai, in un mondo segnato da nuove guerre, instabilità e sfide globali, il sogno di Kant, il coraggio di Spinelli e la lungimiranza di Schuman ci ricordano che l’unità europea non è un traguardo acquisito, ma una costruzione continua, fondata sulla volontà comune di pace, cooperazione e futuro condiviso.