Addio ad Arnaldo Pomodoro, il grande scultore delle sfere spezzate

Milano piange uno dei suoi artisti più rappresentativi. Si è spento a 98 anni, alla vigilia del compleanno, il maestro che ha trasformato il bronzo in pensiero e le geometrie in ferite poetiche.

Arnaldo Pomodoro è stato uno dei massimi esponenti della scultura italiana e internazionale del Novecento. È morto ieri 22 giugno 2025 nella sua casa di Milano, a poche ore dal suo 99° compleanno.
L’annuncio è stato dato dalla Fondazione Arnaldo Pomodoro, che lo ha ricordato come «una delle voci più lucide e visionarie dell’arte contemporanea». La sua scomparsa chiude un capitolo fondamentale della cultura visiva europea.

Note biografiche 

Nato a Morciano di Romagna il 23 giugno del 1926, Pomodoro aveva inizialmente studiato come geometra, ma già negli anni ’50 era emerso come artista a tutto tondo.

Fratello del pittore e scultore Giò Pomodoro, è stato protagonista di un percorso artistico che ha saputo unire forza materica, tensione spirituale e ricerca formale.

Le sue sfere

La sua cifra stilistica inconfondibile è incarnata dalle celebri “Sfere con Sfera”: grandi sfere di bronzo perfettamente levigate all’esterno, ma spezzate e lacerate all’interno, come se qualcosa volesse emergere o rompere la superficie della perfezione.

Queste opere iconiche, presenti nei luoghi simbolo del potere e della cultura – dai Musei Vaticani alla sede dell’ONU a New York, dal Trinity College di Dublino al de Young Museum di San Francisco – rappresentano una metafora della civiltà moderna: una superficie armoniosa che cela complessità, fragilità e ingranaggi nascosti. insomma, un pensiero lucido sulla condizione umana, espresso con la forza evocativa del metallo.

Non solo sfere

Oltre alle sfere, Pomodoro ha creato colonne, dischi e strutture monumentali che dialogano con lo spazio urbano e con l’architettura, sempre attraverso un linguaggio geometrico e al tempo stesso viscerale.
>Le sue sculture, spesso di dimensioni imponenti, sono presenti in musei e piazze di tutto il mondo: da Milano a Tokyo, da Tel Aviv a Mosca, da Ferrara a Toronto.

Le sue esposizioni 

Nel corso della sua lunga carriera, ha partecipato a esposizioni prestigiose in Italia e all’estero. Tra le più rilevanti, la Biennale di Venezia (premio per la scultura nel 1964) e il Carnegie Institute di Pittsburgh (1967). Negli anni ‘80 il Forte Belvedere di Firenze (1984), il Musée d’Art Moderne di Parigi (1976) e il Festival di Brisbane (1988). E, ancora, il Museo di Hakone in Giappone (1994), oltre a numerose mostre in gallerie italiane e internazionali.
La sua ultima mostra, nel 2025 alla Galleria Cortesi di Milano, ha confermato l’attualità e la vitalità del suo pensiero artistico.

La fondazione Pomodoro 

Nel 1995 ha fondato a Milano la Fondazione Arnaldo Pomodoro, punto di riferimento per la documentazione, lo studio e la promozione dell’arte contemporanea. Negli anni, la Fondazione è diventata anche centro di esposizione e produzione culturale, ospitando giovani artisti e curatori, mostre tematiche e progetti editoriali.

I riconoscimenti

Molti i riconoscimenti ricevuti: il Praemium Imperiale per la scultura (1990), la laurea honoris causa dal Trinity College di Dublino e il titolo di Cavaliere di Gran Croce della Repubblica Italiana (1996). Pomodoro è stato anche scenografo teatrale, docente e intellettuale impegnato, sempre attento al rapporto tra arte, società e memoria.

Il suo linguaggio ha influenzato intere generazioni di artisti. Nelle sue opere, la materia si apre e si contorce, come se stesse cercando di raccontare un trauma o una visione.

Le sue sculture non sono mai fredde, ma vive, pulsanti, cariche di significati e tensioni.
Come scrisse lui stesso: «Voglio che l’opera suggerisca che qualcosa sta accadendo, che qualcosa è accaduto o sta per accadere».

Una grande perdita per l’arte

Con la sua scomparsa, non si spegne solo un artista, ma una coscienza. Le sue sculture, disseminate nei cinque continenti, continueranno a raccontare la storia di un uomo che ha rotto la superficie del visibile per far emergere il cuore segreto delle cose.