Vertenza Jabil. L’azienda mette a casa i lavoratori. La reazione

La verità che nessuno racconta. E che noi abbiamo deciso di diffondere, raccogliendo il grido disperato di Michele Madonna, rappresentante sindacale di questi lavoratori, che da anni si batte con tutti i mezzi per il lavoro, diritto di tutti, principio fondante della nostra Costituzione. Che per questi lavoratori non esiste più. Ma loro non ci stanno. E noi, anche solo diffondendo la loro protesta per un diritto negato, li sosteniamo e attestiamo la nostra vicinanza umana e di lavoratori.

Lunedi è successa una cosa molto grave che merita di essere raccontata con chiarezza.
Circa 60 operai si sono presentati regolarmente ai cancelli della fabbrica, pronti per lavorare. Lo hanno fatto perché è loro diritto, e perché non esiste alcuna giustificazione valida per tenerli fuori.
Sì, è vero: l’azienda aveva mandato un comunicato annunciando che i lavoratori non dovevano presentarsi. Ma attenzione: quella comunicazione viola apertamente il CCNL Metalmeccanico. Non può essere un’azienda a decidere unilateralmente di “sospendere” il lavoro, senza accordi, senza confronto sindacale, e soprattutto senza rispettare le regole contrattuali.
Per questo i lavoratori si sono presentati lo stesso, con dignità e fermezza. E quando si sono trovati davanti ai cancelli chiusi, hanno chiamato le forze dell’ordine. La polizia è arrivata e ha verbalizzato tutto, mettendo agli atti la gravità della situazione.
Poi, senza perdere tempo, gli stessi operai si sono recati a fare un esposto ufficiale alla Guardia di Finanza. Perché certi abusi non possono passare sotto silenzio.
A quel punto, l’azienda ha capito di averla fatta grossa. Ha provato a correre ai ripari, ma era ormai troppo tardi: i lavoratori avevano già scelto la strada della legalità e della denuncia.
Questa è la verità. Una verità che molti evitano di raccontare, perché scomoda. Ma i fatti parlano chiaro: qui non si tratta solo di un malinteso. Si tratta di una violazione contrattuale, di un gesto grave contro i diritti dei lavoratori.
E adesso, la risposta sarà forte: azioni legali, esposti, denunce. I lavoratori non arretrano, non si fanno intimidire. Hanno dalla loro parte la legge, il contratto, e soprattutto la dignità di chi lavora onestamente.