È Wanda Marasco la vincitrice della 63ª edizione del Premio Campiello. Con il romanzo Di spalle a questo mondo, edito da Neri Pozza, la scrittrice napoletana ha conquistato la Giuria dei Trecento Lettori Anonimi ottenendo 86 voti, in un serrato testa a testa con Fabio Stassi, che con Bebelplatz (Sellerio) si è fermato a 83. La serata di premiazione, svoltasi al Teatro La Fenice di Venezia, ha consacrato la sua voce tra le più originali e intense della narrativa italiana contemporanea.
Nata a Napoli nel 1953, Marasco è un’artista poliedrica: poetessa, attrice, regista teatrale, docente, ha studiato filosofia e si è diplomata in regia all’Accademia Silvio D’Amico. Nel corso della sua carriera ha già ottenuto importanti riconoscimenti, tra cui il Premio Bagutta Opera Prima per L’arciere d’infanzia (2003) e la finale al Premio Strega con La compagnia delle anime finte. La sua scrittura si distingue per un linguaggio che non teme la densità, capace di scavare nella fragilità umana e di trasformare la parola in ferita e insieme in cura.
Il romanzo vincitore, Di spalle a questo mondo, ha al centro la figura di Ferdinando Palasciano, medico realmente esistito, la cui parabola personale è segnata da momenti di oscurità fino al ricovero in una casa di cura per depressione. Accanto a lui emerge la moglie, Olga Pavlova Vavilova, in un intreccio che non è semplice biografia, ma esplorazione dell’animo umano, dei confini tra sanità e follia, tra desiderio di guarigione e ossessione. Una frase come «Era entrato nel vuoto. Una parte di sé si guardava attorno, con gli occhi sbarrati del bambino che scopre il male» restituisce con efficacia la dimensione interiore del protagonista, sospesa tra lucidità e smarrimento.
Napoli, l’amatissima città dell’autrice, diventa scenario vivo e pulsante: non solo sfondo geografico ma personaggio, con le sue stratificazioni di storia, miseria e splendore, dolore e bellezza. È un luogo in cui «certe nenie che chiamiamo ricordi… servono a scovare il male e il bene», memoria collettiva che si intreccia alle vicende individuali.
La vittoria di Marasco ha un valore letterario e culturale che va oltre il dato numerico. È il riconoscimento a una scrittura che rifiuta le scorciatoie commerciali e si misura con la complessità della vita e della memoria. Il margine strettissimo con cui ha prevalso su Stassi accentua l’importanza del suo successo: il romanzo è riuscito a toccare corde profonde nella giuria, imponendosi come opera necessaria. Durante la premiazione, Marasco ha dedicato il Campiello “a tutto ciò che nella vita e in letteratura mi ha consegnato amore e conoscenza”, parole che testimoniano una visione della letteratura come impegno morale e ricerca di senso.
Con Di spalle a questo mondo, Wanda Marasco si conferma una delle voci più significative del panorama narrativo italiano. Il suo romanzo, denso e lirico, invita a guardare con coraggio “di spalle” al mondo per ritrovare nelle ombre della memoria e della fragilità la forza di una verità universale. «Non si finisce mai di conoscere la forma del dramma in cui si sprofonda», scrive Marasco: ed è forse proprio in questa consapevolezza che risiede la cifra più autentica della sua letteratura.