Legge sul Suicidio Medicalmente Assistito. Alla Toscana si aggiunge un’altra regione

La Sardegna Approva la Legge

Il 17 settembre 2025 segna una data significativa per la Sardegna, che ha approvato una legge sul suicidio medicalmente assistito, seguendo l’esempio della Toscana, la quale aveva già adottato una normativa simile nella scorsa primavera. Con 32 voti favorevoli, 19 contrari e un’astensione, il Consiglio regionale ha dato il via a una legge che mira a garantire procedure e tempi certi per le persone che si trovano in condizioni di sofferenza insopportabile e irreversibile.

La Regione ha evidenziato l’urgenza di una legge nazionale in materia, ma di fronte all’inerzia del Parlamento, ha scelto di esercitare la propria competenza in materia sanitaria per colmare un vuoto normativo. Il testo approvato è stato redatto sulla base di una proposta dell’Associazione Luca Coscioni, che ha lavorato instancabilmente per promuovere i diritti delle persone in situazioni critiche.

Mentre il Parlamento italiano si prepara a discutere una bozza di legge sul fine vita presentata dal centrodestra, il procedimento di impugnazione della norma potrebbe giungere alla Corte costituzionale per conflitto d’attribuzione, simile a quanto accaduto in Toscana. Questo scenario mette in evidenza le tensioni tra le diverse istituzioni e la necessità di un intervento legislativo chiaro e condiviso.

La Sardegna diventa così la seconda Regione a dotarsi di una legge che intende prevenire il ripetersi di situazioni drammatiche in cui le persone hanno atteso risposte per mesi o anni, spesso in condizioni di grande sofferenza. Filomena Gallo e Marco Cappato, rispettivamente Segretaria nazionale e Tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni, hanno commentato l’importanza di questa legge, sottolineando che rappresenta un passo avanti verso una maggiore civiltà e rispetto per la dignità umana.

Con questo provvedimento, la Sardegna si posiziona come un pioniere in un tema delicato e controverso, invitando le altre Regioni a seguire il suo esempio e contribuire a una discussione più ampia e inclusiva sul fine vita e sui diritti dei pazienti.