CASERTA – La rete delle Piazze del Sapere torna a puntare i riflettori sulla questione dei beni comuni della città, molti dei quali risultano ancora abbandonati, sottoutilizzati o in stato di degrado. La presa di posizione nasce anche dal confronto con la nota diffusa dal Coordinamento del Circolo PD di Caserta, che ha espresso perplessità sulle modifiche che l’amministrazione comunale intende apportare al Regolamento cittadino sui beni comuni. Un documento che – così come avviene in altre città italiane – si fonda su tre principi cardine: ampliare la partecipazione attiva di associazioni e cittadini, rafforzare la rete delle realtà associative su obiettivi condivisi, valorizzare l’Osservatorio cittadino dei beni comuni come organismo di monitoraggio, proposta e progettazione. Proprio sull’Osservatorio si concentra la critica delle associazioni del terzo settore e dei comitati cittadini – tra cui Comitato Città Viva, Parco degli Aranci, Villa Giaquinto, Combo, Attivi e solidali, Nuovi stili di vita, Noi voci di donne, Ex Canapificio, Millepiani, Parrocchie del Buon Pastore e di Rione Tescione – che hanno espresso forti perplessità rispetto alla rinnovabilità annuale dei patti di collaborazione e alla soppressione dell’ufficio beni comuni.
Il quadro che emerge è critico: cantieri aperti da decenni, edifici storici in abbandono, aree verdi devastate da abusi edilizi e ambientali. L’elenco dei casi più emblematici è lungo: Ex Caserma Sacchi, ancora chiusa nonostante oltre 15 milioni di euro già spesi, con l’antico palazzo del vescovo in rovina a causa delle infiltrazioni d’acqua; Biblioteca civica Ruggiero, inaccessibile al pubblico per i lavori di ristrutturazione che dureranno oltre un anno; Centro di Sant’Agostino, con archivio ed emeroteca, oggi adibito a uso scolastico provvisorio; Ex Onmi ed Ex Canapificio, entrambi chiusi e in attesa di ristrutturazione; area del Macrico, ancora bloccata dal dibattito tra Fondazione Laudato si’ e associazioni cittadine; Parco dei colli Tifatini, il cui progetto intercomunale è fermo per l’inerzia del Comune capofila, mentre continuano indisturbate le attività abusive delle cave; Parco degli Aranci, oggetto di recenti lavori di recupero; Vaccheria, Belvedere di San Leucio e Museo della seta, siti da monitorare; Cavallerizze sul Vialone Carlo III, oggi invase da rifiuti e scarichi.
“Non possiamo più tacere né minimizzare – afferma Pasquale Iorio, coordinatore delle Piazze del Sapere –. La città vive una situazione scandalosa: strutture e beni che dovrebbero essere luoghi di cultura, socialità e crescita collettiva restano invece chiusi o degradati”. Per questo la rete propone di organizzare, insieme alle associazioni più attive, un incontro pubblico di denuncia e di rilancio, capace non solo di segnalare le criticità ma anche di elaborare nuove proposte e progetti per ridare centralità alla cultura e alla partecipazione civica a Caserta.