Parlare di violenza di genere non può ridursi alla celebrazione di una data segnata sul calendario. Sarebbe troppo poco e rischierebbe di offuscare la complessità e la gravità dei problemi legati a questo tema. In una prospettiva di dialogo più ampio e capillare, pensato soprattutto per sensibilizzare i giovani, l’associazione Wake Up Uagliù, in collaborazione con diversi professionisti, ha avviato un tour nelle scuole superiori di Aversa.
L’obiettivo è creare occasioni autentiche di confronto, ascolto e condivisione: spazi in cui far dialogare le idee, accogliere le emozioni e alimentare la speranza e la consapevolezza che una società più giusta e più bella è possibile.
L’associazione, nata a Teverola e presieduta dal giovane ed eclettico studente universitario Armando D’Agostino, conta oltre cento ragazzi tra i 15 e i 25 anni, provenienti dall’Agro aversano. Insieme portano avanti iniziative rivolte soprattutto agli studenti degli istituti scolastici del territorio.
Quest’anno è stata riproposta la seconda edizione di “Non aspettando il 25 Novembre (plus)”, una campagna dedicata alla promozione della cultura del rispetto e al contrasto di ogni forma di violenza di genere. Il tour, inaugurato al liceo “Fermi” di Aversa con la partecipazione del sindaco, dott. Matacena, e dei rappresentanti della Polizia di Stato, si concluderà presso l’istituto “Conti”. L’iniziativa ha ricevuto il patrocinio dell’Assessorato alle Pari Opportunità e alla Violenza di Genere del Comune di Aversa, oltre al riconoscimento della Regione Campania che l’ha inserita nel programma Agro Festival.
Gli incontri sono strutturati secondo un format moderno e partecipato, con musica, testimonianze e interventi di esperti. La conduzione è affidata a Karol Paone e Yuri Cutillo, accompagnati da una band musicale che arricchisce ogni tappa del tour. Numerosi i relatori intervenuti: la prof.ssa Iolanda Vassallo, la dott.ssa Apollonia Reale, la dott.ssa Alessia Cesario, la dott.ssa Elena Morrone (Dirigente Medico del CSM di Aversa), la dott.ssa Tortale, la dott.ssa Morcone, la dott.ssa Bonacci, la dott.ssa Iavazzo, la dott.ssa Esposito, la dott.ssa Zito e lo scrittore Armando Pirolli.
È proprio in questo contesto che si inserisce il suo ultimo romanzo, Non piove sulla luna, dedicato agli amori tossici. A lui abbiamo rivolto alcune domande.
Signor Pirolli, come è nata l’idea di questo libro?
R) «In verità non avevo un’idea ben definita. Forse il romanzo era già scritto nel caos delle parole che ci circondano: bisognava solo tirarlo fuori.»
Se potesse riscrivere una parte del libro, cambierebbe qualcosa?
R) «No, assolutamente. Credo che il contenuto offra una visione chiara della condizione di chi vive un rapporto tossico.»
C’è un personaggio che sente particolarmente vicino a sé?
R) «Li sento tutti, perché ognuno può diventare vittima e carnefice in questo viaggio che si chiama vita.»
Qual è la parte più difficile della scrittura per lei?
R) «Mettere la parola “fine” a una storia che mi coinvolge fin dalle prime pagine.»
Ci sono domande che i lettori le rivolgono più spesso?
R) «Molti mi chiedono come riesca a conciliare lavoro, famiglia e scrittura. La verità? Non riesco a spiegarlo nemmeno a me stesso.»
Può descriversi in tre parole?
R) «Simpatico, folle e imperfetto.»
Lo salutiamo con un’ultima domanda: che consiglio darebbe a una versione più giovane di sé?
R) «Caro Armando, continua a essere la persona che sei. Abbi sempre il coraggio di rialzarti e, soprattutto, continua a sognare.»
