Alle porte della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, arriva un’azione che ha indignato i social, divampando in poche ore. Vincenzo D’Anna, presidente dell’Ordine dei biologi ed ex senatore di 74 anni, ha deriso sui social Valentina Pitzalis, vittima di tentato femminicidio e attivista contro la violenza sulle donne.
Nel 2011, l’ex marito tentò di ucciderla dandole fuoco. Una storia di orrore, quella dell’attivista Valentina Pitzalis, data alle fiamme dal marito che voleva ucciderla, mutilata da quel gesto di un braccio e sfigurata in maniera permanente.
A una domanda di dolore, “Gli vorrei domandare perché lo ha fatto?”, l’ex deputato commenta con una frase agghiacciante: “C’è a chi la moglie piace cruda e a chi piace cotta.”
Valentina Pitzalis, dopo la tragedia avvenuta nel 2011, ha subito anni di attacchi sui social, in primis dai genitori del marito, che l’accusavano di averlo ucciso, un’ipotesi da cui è stata totalmente scagionata. Una storia di dolore emblematica, in cui tutte le conseguenze cadono sulla vittima.
A tutto ciò, Vincenzo D’Anna pensa bene di dare un suo contributo, giustificando a caldo le sue parole definendole “ironiche”. Solo dopo molte ore, e dopo l’infiammarsi della polemica, si sente in dovere di chiedere scusa pubblicamente.
D’Anna nel 2017 giustificò gli stupri affermando che le donne avrebbero dovuto essere “più caute”, affermazioni di preoccupante insensibilità verso le vittime di violenza e un’idea distorta della responsabilità.
In un’epoca in cui è cruciale sensibilizzare e combattere contro la violenza di genere, lo stigma verso le figure pubbliche che in qualsiasi modo giustifichino atti così gravi non può che essere netto.