NUNZIO DE PINTO
Schiavone, bene il reddito di inclusione ma bisogna creare occupazione certa e duratura
SAN NICOLA LA STRADA – Venerdì 1° dicembre 2017 i cittadini italiani potranno presentare presso il Comune di residenza la domanda per chiedere di poter usufruire del REI, cioè il Reddito di Inclusione. Il reddito di inclusione sociale è il nuovo sussidio economico introdotto nel panorama legislativo italiano con l’approvazione della legge delega contro la povertà, avvenuta il 9 marzo 2017, e definitivamente approvato il 29 agosto 2017 dal consiglio dei ministri ed andrà a sostituire il Sostegno all’inclusione attiva (SIA) e l’assegno di disoccupazione Asdi. Il REI, che andrà in vigore dal 1° Gennaio 2018, con la soglia di reddito portata a 6.000 euro, amplierà di molto la platea dei potenziali beneficiari. “Con il Reddito di inclusione” – ha affermato Pierluigi Schiavone, noto politico sannicolese e consulente in materia fiscale e previdenziale da sempre attento alle difficoltà legato alle politiche sociali – “il Governo cerca di contrastare la dilagante difficoltà delle famiglie in situazioni sempre più precarie. Sospiro di sollievo per i capifamiglia esclusi dal mondo del lavoro, o per persone che dalla sera alla mattina sono state licenziate in tronco, ma non basta. La governance della povertà, senza eliminarla, è una degli architravi del sistema pubblico dei servizi per l’impiego: minima e insufficiente protezione sociale di ultima istanza (peraltro parziale) in cambio di coazione al lavoro. È necessario prevenire il problema” – ha aggiunto – “e mettere le coppie in condizione di avere figli e di trovare un lavoro che dia stabilità duratura. Ben venga il Rei, ma si deve lavorare affinché tutte le altre famiglie non diventino sempre più povere. E’ vero anche che il REI prevede l’erogazione del sostegno economico solo condizionatamente all’adesione a un progetto personalizzato di attivazione sociale e lavorativa” – ha precisato Schiavone – “ed è per questo che mi auguro che tutti i Comuni, esercitando le funzioni in maniera associata a livello di Ambiti territoriali, avviino tempestivamente i Progetti personalizzati di attivazione e di inclusione sociale e lavorativa, che vengano costruiti insieme al nucleo familiare sulla base di una valutazione multidimensionale finalizzata a identificarne i bisogni, tenuto conto delle risorse e dei fattori di vulnerabilità, nonché dell’eventuale presenza di fattori ambientali e di sostegno. Però il Rei” – commenta Schiavone – “risulterebbe essere solo uno sterile palliativo rispetto all’attuale malessere del Paese, in quanto in grado di favorire solo 500.000 famiglie, circa 1,8 milioni di individui, quando nel 2016 l’Istat stima siano 1 milione e 619mila le famiglie residenti in condizione di povertà assoluta, nella quale vivono 4 milioni e 742mila individui; l’ammontare del beneficio risulta comunque di gran lunga inferiore alla stessa soglia di povertà assoluta. Le soglie di povertà assoluta rappresentano i valori rispetto ai quali si confronta la spesa per consumi di una famiglia al fine di classificarla assolutamente povera o non povera” – tiene a sottolineare Schiavone – “Ad esempio, per un adulto (di 18-59 anni) che vive solo, la soglia media di povertà è pari a 702 euro mensili. Al riguardo il Rei (pari Euro 187,5, a risulta essere solo il 27% di tale soglia. Per una famiglia composta da 5 o più individui, il REI copre solo il 20% dell’effettivo fabbisogno. La misura risulta quindi del tutto insufficiente ed è difficile sostenere che possa essere in grado di eliminare la condizione di povertà. Il mio invito comunque” – ha, infine, concluso Schiavone – “è quello di effettuare la domanda così che il Governo capisca che la domanda supera l’offerta e si corra al più presto ai ripari; pertanto il mio studio sito in Via XX Settembre, 40 offre assistenza a tutta la cittadinanza alla compilazione della modulistica necessaria alla domanda mettendo a disposizione esperti del settore”.