Maddaloni – Il Liceo don Gnocchi di Maddaloni, con una rappresentanza di studentesse della IIIA dell’indirizzo scienze umane, ha partecipato attraverso la giuria giovani alla scelta del libro vincitore del Premio Strega 2025, il più prestigioso premio letterario italiano istituito nel 1947 a Roma da Maria Bellonci e il gruppo degli “amici della domenica”.
Le dieci giurate, frequentanti la 3 A dell’indirizzo Scienze Umane, sotto la guida della professoressa Flavia Castaldo, docente di italiano della classe e referente per il progetto nell’istituto, hanno letto con passione letteraria e capacità di discernimento i dodici libri finalisti e decretato, con i rappresentanti di altre 103 scuole secondarie di secondo grado, provenienti da tutta Italia, il vincitore per le scuole.
Le giovani giurate del Don Gnocchi hanno altresì aderito al concorso indetto dalla BPER Banca, che ha messo in palio un premio in denaro e una targa commemorativa, per la miglior recensione, meritando la vittoria finale, sulle oltre cento scuole partecipanti, con la studentessa Alessandra Ruotolo che ha recensito il romanzo d’esordio di Elvio Carnieri “Poveri a noi”.
La professoressa Flavia Castaldo nel complimentarsi con la studentessa finalista ha sottolineato come l’impegno nella lettura e nella scrittura di recensione abbia suscitato un vivace confronto sui temi legati alla attualità e a problemi delicati come il recupero dei detenuti attraverso il valore dell’istruzione
Citiamo un passo della recensione scritta da Alessandra Ruotolo: “Poveri a noi”, romanzo d’esordio di Elvio Carrieri, è un’opera sorprendente, capace di fondere ironia e dolore, leggerezza e consapevolezza, in una lingua che vibra di autenticità e coraggio. Ambientato a Bari, il libro racconta le vicende di Libero De Simone, giovane professore che insegna in carcere… La sua rappresentazione non è folkloristica, ma umana, vivissima, piena di contraddizioni. Ed è proprio in questo che Carrieri eccelle: nel dare carne, nervi e voce a una geografia emotiva che rispecchia quella urbana. “Poveri a noi” è anche una riflessione sul potere della parola. Libero insegna a chi è stato escluso, dimenticato, rinchiuso. Il romanzo interroga il ruolo della cultura, della colpa, della possibilità del perdono, senza scadere mai nella retorica.