A Caserta in Via Vico 77 c’è un posto dove nessuno ti chiede chi sei, da dove vieni o cosa hai sbagliato. Ti chiedono solo: Hai fame?” — “Siediti, qui c’è un posto anche per te.” È l’Opera Sant’Anna, ma chi la conosce davvero sa che non è solo un’associazione. È un rifugio. Un abbraccio caldo in un giorno freddo. È il luogo dove il lunedì, mercoledì e venerdì si apparecchia alle 19:00 una tavola che sa di accoglienza, rispetto, dignità. E amore. Anche quando nessuno lo dice, si sente. Oggi, per accedere al pasto, è richiesto un documento di identità. Un cambiamento semplice, introdotto per garantire ordine e sicurezza, ma che non snatura in alcun modo il cuore dell’iniziativa: nessuno resta fuori. Basta una carta di identità. Non per selezionare, ma per organizzare e censire le persone. Perché l’accoglienza vera è anche cura, attenzione, responsabilità. L’Opera Sant’Anna resta un luogo dove nessuno chiede da dove vieni, ma solo se hai bisogno. E se hai fame, un piatto caldo ti aspetta. Sempre.
Una porta che si apre sempre
Intorno alle 16 inizia il rito. Silenzioso, ma pieno di senso. Qualcuno affetta il pane con cura, qualcuno sistema l’acqua nei bicchieri, qualcuno dispone le posate come se fosse una cena importante. Non ci sono comande né turni da rispettare. C’è solo una regola: far sentire chi arriva meno solo. I volontari hanno scelto di mettere il proprio tempo a disposizione degli altri. C’è chi cucina con la tenerezza di una madre, chi serve i piatti con il rispetto di un fratello, chi sorride come se ogni volto davanti a sé fosse quello di un amico perso e ritrovato. E poi ci sono i ragazzi, giovanissimi, che scelgono di imparare qui cosa significa “servire” senza aspettarsi nulla in cambio. E finiscono per imparare molto più di quanto immaginassero. Poi ci sono quelli che hanno fatto parte della squadra, ma che il lavoro ha portato lontano da Caserta. Eppure, ogni volta che possono, tornano di corsa per ritrovare gli amici volontari e abbracciare chi guida questa piccola, grande famiglia.
Le Feste che accendono gli occhi
A Natale, il santuario di Sant’Anna si trasforma. Non è magia, ma ci va vicino. I tavoli si uniscono, i piatti si fanno più curati, le luci più calde. Tutti insieme – chi cucina, chi serve, chi riceve – diventano una sola grande famiglia. In quell’atmosfera, un uomo si alza, con gli occhi lucidi, e sussurra: “Per la prima volta, mi sono sentito parte di qualcosa.” A Pasqua, qui si resta aperti. Perché il Sabato Santo e la Domenica di Pasqua sono forse i giorni più silenziosi dell’anno. E il silenzio pesa di più, quando non hai nessuno. Allora una tavola apparecchiata, una parola gentile, un piatto caldo… diventano un segno. Che dice: non sei dimenticato.
Un libro che profuma di casa
C’è stato un momento in cui qualcuno ha detto: “Perché non raccogliamo le ricette del cuore?” E così è nato un libro diverso da tutti gli altri. Non solo piatti: storie. Gesti. Mani che mescolano ingredienti e memorie. Ogni pagina è una carezza, ogni ricetta una dichiarazione d’amore verso la vita. I proventi? Tutti destinati a sostenere proprio quell’abbraccio quotidiano che l’Opera Sant’Anna rappresenta.
Le storie dietro le stoviglie
Dietro ogni piatto servito, c’è una storia. C’è chi ha vissuto per anni per strada, e oggi viene a dare una mano, ogni giorno. Perché “qui ho imparato a rialzarmi.” C’è chi, dopo aver ricevuto, torna per offrire qualcosa del proprio mondo. Una madre, un giorno, ha cucinato per tutti il piatto tipico del suo paese: “Volevo dire grazie, a modo mio.”
Una comunità che accoglie non giudica
All’Opera Sant’Anna non servono documenti. Non servono giustificazioni. Basta esserci.
E spesso si entra con le spalle curve e si esce con lo sguardo un po’ più alto. Perché qui i ruoli si confondono: chi serve e chi riceve si scambiano continuamente di posto. È questo il miracolo silenzioso che accade ogni giorno: non si dà solo un pasto, si dà una possibilità.
Il bene quotidiano che non fa rumore
Viviamo tempi in cui si parla spesso di ciò che manca. Di ciò che non funziona. Ma ci sono posti come questo, dove ogni giorno si costruisce il bene, silenziosamente. Non serve clamore. Non servono titoli. Serve solo continuare. Perché la vera rivoluzione è una tavola sempre apparecchiata. E qualcuno che ti guarda negli occhi e ti dice: “Benvenuto, siediti con noi.”
“Non è solo questione di dare da mangiare,” racconta Francesco Marzano, il presidente. “È creare un posto dove chiunque possa sentirsi meno solo. Dove anche chi ha perso tutto, ritrova almeno un sorriso.”
Il tuo aiuto può fare la differenza
Se anche tu credi in questo abbraccio quotidiano, puoi sostenerlo con un piccolo ma prezioso gesto. Dona il tuo 5×1000 all’Opera Sant’Anna. Inserisci nella tua dichiarazione dei redditi il codice fiscale: 93085710619 E scegli di far parte di questa grande tavola, dove nessuno viene mai lasciato indietro.