Campania Felix. Una mostra d’Arte per esportare le eccellenze campane a Copenaghen.

Il 9 Ottobre 2025 il vernissage della mostra Campania Felix presso l’Istituto Italiano di Cultura di Copenaghen, organizzata da DIAA, Danish Italian Art Association.

Un’iniziativa davvero interessante quella messa in gioco da DIAA – Danish Italian Art Association per la promozione della cultura artistica italiana in Europa. Nella partnership con DIAA, associazione non profit fondata nel 2021 da Charlotte Steiner ed Eva Gericke, anche la piattaforma Montoro Contemporanea. Un collettivo di 10 artisti, circa trenta opere d’arte, in una mostra curata dal professor Andrea B. Del Guercio dell’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano, noto per la sue capacità di miscelare tradizione e innovazione in ambito artistico. Questo progetto “Campania Felix” nasce e cresce nella ricorrenza internazionale della Giornata del Contemporaneo, promossa dal Ministero della Cultura italiano, con oltre 1.000 istituzioni coinvolte. L’iniziativa rappresenta il ritorno della Danimarca nel dialogo globale sull’arte contemporanea. Il primo incontro con gli ospiti italiani è l’8 ottobre, alla vigilia del vernissage, presso la residenza dell’Ambasciata Italiana a Copenaghen, un’occasione favorevole per generare un momento di incontro e networking tra operatori culturali danesi e italiani. Questa operazione rappresenta “l’arte come ponte tra epoche” Il curatore, il professor Andrea B. Del Guercio dell’Accademia di Belle Arti di Brera, Milano e consigliere per il Ministero della Cultura Cinese, afferma: “La scelta del titolo – radicata nel contesto attuale dell’arte contemporanea italiana – porta con sé una dimensione erudita, dove si fondono il mondo antico e il Grand Tour moderno. Lo scopo della mostra è offrire al pubblico danese uno sguardo che, attraverso l’eredità storica, raggiunga la contemporaneità, consentendo di vedere come gli artisti campani riescano a trasmettere il patrimonio iconografico ed espressivo attraverso linguaggi visivi e narrativi moderni. Le opere – dalla pittura alla scultura fino alla fotografia – rendono possibile riscoprire sia frammenti della memoria che soluzioni nuove.” Ad esporre Cristina Cianci, Franco Cipriano, Antonio Caporaso, Ugo Cordasco, Vincenzo Elefante, Lello Lopez, Enzo Palumbo, Eliana Petrizzi, Nicola Salvatore e Franco Sortini che ci presentano opere di pittura, scultura e fotografia che raccontano la bellezza e le contraddizioni sociali della loro terra. Il vernissage del 9 ottobre è previsto alle ore 17:00, l’ingresso è gratuito e aperto alle famiglie. Durante l’esposizione ad arricchire l’evento, il pianista Joachim Steiner e altri musicisti che interpreteranno brani tradizionali campani intrecciando sonorità nordiche e napoletane, degustazioni di vino, animazione per bambini. Per un’analisi un po’ più oculata sui professionisti della collettiva, presente a Copenaghen, bisogna dare uno sguardo alle biografie davvero molto particolari e di straordinaria originalità. Vari sono gli storytelling degli artisti selezionati, tutti molto “complessi” e con varie contaminazioni ed intrecci stilistici e tecnici. Guardando indietro nel tempo notiamo come sia cambiato l’approccio alla costruzione delle opere d’arte. Negli anni 70, ad esempio, il “settore” artistico era ben definito e ogni artista era più o meno inquadrato in un’unica tipologia espressiva. Girandoci dalla parte opposta, guardando invece ai giorni nostri, si nota sicuramente una ibridazione tra le varie tecniche, stili e adesso ancor di più con l’inserimento massiccio dell’AI. Come accade in altre “discipline”, ad esempio in ambiente musicale, gli artisti tendono ad esser completi definendosi “polistrumentisti”, in modo analogo nelle discipline delle arti visive tendono a svilupparti i “poliartisti”.

 Mi soffermo in particolare sul profilo di Vincenzo Elefante. Arte inclusiva, per unire e superare i pregiudizi proprio per questo la centralità del suo lavoro è il Movimento. Questo è l’elemento cardine della filosofia dell’artista. Uno studio fucina di grandi opere, con vista sul Vesuvio, dal quale Elefante, trae sempre nuove ispirazioni. Nelle sue opere in risalto la materia fluttuante che è una continua trasformazione delle tracce del passato verso la contemporaneità. Le sue opere sono davvero un universo di complessità infatti racchiudono una quantità estrema di informazioni non sempre percepibili in superfice, ma come in buon film, bisogna saper leggere le sottotrame, ed infatti fa sua l’espressione di cit. Paul Klee “L’arte rende visibile ciò che non lo è”.  Un avanguardista complesso che con le sue opere, a Copenaghen in particolare, mette in risalto l’incontro tra vari flussi o “tessuti” di arte che si intersecano, si uniscono, diventano una cosa sola.

Come accade in fisica, nella materia, nulla si crea nulla si distrugge ma tutto si trasforma, anche Elefante mette in risalto la capacità di unire e generare una risultante più consistente della somma delle parti che vengono a “scontrarsi” nei suoi quadri enunciando il principio della Gestalt. E’ il caso di dire che sono davvero le sottotrame ad emergere sull’aspetto grafico, sono i Layer sottostanti che hanno davvero un grande peso specifico e in questo caso possiamo citare Antoine de Saint-Exupéry, con la sua “L’essenziale è invisibile agli occhi”. Il contesto Europeo, mai come in questo momento, ha bisogno di rafforzare il concetto fondante dell’Unione Europea “Uniti nelle diversità” e proprio nelle opere di Vincenzo Elefante emerge l’unione tra entità diverse ma che coesistono e si mescolano, senza attrito, come accade nel “TAO”.  Il suo operato abbraccia sicuramente il concetto espresso dalla citazione “l’arte in tutte le sue forme abbatte i muri e soprattutto quelli invisibili, i più resistenti”. Lancia sicuramente anche un messaggio di Pace per strizzare un occhio all’Agenda 2030. Ritornando all’esposizione, la collettiva Campania Felix è fruibile, ad ingresso libero, da Giovedì 9 Ottobre a Giovedì 6 Novembre 2025, presso l’istituto Italiano di Cultura di Copenaghen. Informazione in dettaglio su www.diaa.one. Insomma per concludere vorrei inserire il concetto di “tempo” associato alla produzione artistica. Forse unica variabile rimasta veramente inalterata in ogni epoca. Ogni artista ha accostato, in modo “direttamente proporzionale”, il tempo con il concetto di prendersene cura della propria creatura. “E’ il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa cosi’ importante”.Tu diventi responsabile per sempre di quello che hai addomesticato. Tu sei responsabile della tua rosa…”