Ieri pomeriggio alle 18 in piazza Ruggiero a Caserta si è svolto un presidio per parlare di Palestina e del tragico sterminio di un popolo sotto gli occhi indifferenti del cosiddetto Occidente (tranne qualche eccezione). Le testimonianze ascoltate hanno squarciato ancora una volta il velo su un massacro che gode di un’impunità senza uguali dal secondo dopoguerra ad oggi, dove il diritto internazionale diventa un orpello evanescente senza uscita. Un comitato di cittadini, che ha come riferimento Peppe Palmieri, ha chiamato a relazionare diversi soggetti impegnati e coinvolti per svariate ragioni nel cosiddetto conflitto Israelo-palestinese. In realtà non e’ un conflitto, e’ semplicemente un annientamento sistematico e meticoloso di un popolo dopo un attacco violento di Hamas contro Israele. Eliana Riva, collaboratrice Rai e caporedattrice di Pagine Esteri rivista online di approfondimento storico-politico-culturale casertana, ha iniziato ricordando a tutti che l’eccidio a Gaza continua: oggi 20 persone in un bombardamento di una scuola hanno perso la vita. Lo stadio di Gaza city che ospitava tanti sfollati e’ stato colpito.Difficile tenere il conteggio delle vittime. Il Ministro della Salute di Gaza ha reso noto un elenco con nome e cognome delle vittime e le prime 18 pagine sono dei 17600 bambini che non ci sono più, alcuni appena nati. Sulla gestione dei siti di sicurezza, Eliana Riva non ha mezze parole:l’esercito spara sulla folla nei pressi dei centri di distribuzione della fondazione israelo-americana (Ghf). E lo fa anche se non esiste nessuna minaccia. L’inchiesta del quotidiano israeliano Haaretz ha raccontato come le stragi di civili palestinesi ai punti di distribuzione di cibo nella Striscia di Gaza, compiute nelle ultime settimane, siano state il risultato di precisi ordini dati dai comandanti israeliani ai loro soldati. La Gaza Humanitarian Foundation (GHF), nata a maggio come oscuro risultato di una triangolazione tra Israele, evangelici americani e contractors privati, è artefice di queste uccisioni di massa di richiedenti aiuti umanitari. La distribuzione dura un’ora al giorno, ma spesso la baraonda di morte inizia prima.Un soldato veterano ha rivelato che qualsiasi appaltatore privato che lavori a Gaza con attrezzature ingegneristiche riceve 5.000 shekel (circa 1.500 dollari) per ogni casa demolita, aggiungendo che stanno guadagnando una fortuna. Il blocco di aiuti e prodotti indispensabili per tenere in vita la popolazione palestinese della Striscia di Gaza continua dal 2 marzo . È l’uso della fame come arma di guerra. Maurizio Castagna ha fatto da moderatore dando il microfono successivamente al giornalista palestinese Bassam Saleh, che ha descritto, ripercorrendo la storia recente della Palestina e dei palestinesi, le sofferenze e le speranze di un popolo straziato da un secolo di negazione dei suoi fondamentali diritti. Sono trascorsi più di quattordici mesi e qualsiasi atto di resistenza organizzata in varie forme contro l’occupazione è un diritto. Poi e’ stata la volta di Michela Arricale,giurista e co-presidente del Cred (Centro Ricerche e Democrazia), firmataria dell’appello “Fermare la guerra, imporre la pace”. Arricale ha esordito ricordando il doppio standard etico che ha caratterizzato l’Europa dinnanzi alla guerra in Ucraina e al massacro quotidiano dei palestinesi ad opera dello Stato di Israele. Questi conflitti rivelano al mondo l’ipocrisia dell’Occidente.Bruxelles sanziona pesantemente Mosca, ma solo dopo decine di migliaia di morti, l’assedio totale di Gaza e il palese annientamento delle condizioni minime per la sopravvivenza nella Striscia, l’Ue ha approvato l’inizio di una timida critica a Israele per il conflitto in Medio Oriente. Israele è un paese che gode di un’impunità infinita, ricordando i 37 morti e circa 600 feriti dopo lo scoppio di vari apparecchi di comunicazione utilizzati da membri di Hezbollah in Libano e il bombardamento delle centrali nucleari in Iran. Questo per il sostegno incrollabile degli Usa e per il silenzio complice degli stati europei. Arricale segnala la diffida formale al governo firmata il 21 maggio da dieci giuristi italiani affinché revochi il Memorandum d’intesa in materia di cooperazione militare e della difesa con Israele. Come riporta il parere della Corte internazionale di giustizia del luglio 2024, l’adesione alla Convenzione per la prevenzione e la repressione del delitto di genocidio, approvata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite il 9 dicembre 1948, impone agli Stati l’obbligo di attivarsi per prevenire e impedire il genocidio. Souzan Fatayer è una docente Italo-Palestinese di Lingua Araba, donna per la pace nel 2003 e 2005. Nel prosieguo dell’incontro ha portato una toccante testimonianza sull’occupazione che vive il suo popolo da lungo tempo e come tanti bambini palestinesi già prima del 7 ottobre sono stati aiutati a venire in Italia per cure indispensabili. Francesca Perri, medico di Sanitari per Gaza, ha parlato del livello di distruzione causato da Israele al sistema sanitario di Gaza.Tra il 7 ottobre 2023 e il 7 maggio 2025, l’OMS ha documentato 686 attacchi contro strutture sanitarie e almeno 1400 operatori sanitari sono stati uccisi. “La situazione nutrizionale dei bambini a Gaza è particolarmente grave e in rapido peggioramento. L’Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari umanitari (OCHA) sottolinea come l’80% dei bambini a Gaza soffra di malnutrizione, con un 92% nella fascia di età tra i 6 mesi e i due anni senza apporto nutrizionale minimo. Inoltre, il 65% della popolazione di Gaza non ha accesso a acqua pulita da bere” si legge nell’appello della sua associazione. L’appello è solo l’ ultimo rivolto agli Ordini Professionali che rappresentano le categorie degli operatori sanitari perché sia presa una decisa posizione contro il massacro palestinese.