Città Caudina 2028: un sogno per l’Italia, un cantiere di futuro per l’Europa. Presso la Reggia di Caserta oggi 10 dicembre si è svolta la presentazione del progetto di candidatura della “Città Caudina” a Capitale Italiana della Cultura 2028. 1 valle, 2 città antiche, 2 siti Unesco, 2 provincie, 14 comuni tra la provincia di Avellino e Benevento, oltre 90 associazioni e più di 50 soggetti pubblici e privati hanno dato vita ad un percorso di proposta progettuale che intende candidare a capitale italiana della cultura 2028 non una singola città ma un’intera valle. L’intento quello di fondare “una nuova municipalità, promotrice di un modello innovativo in cui la cultura rigenera le aree rurali, trasformando la marginalità in un punto di forza”, spiegano i curatori intervenuti del dossier di candidatura Leandro Pisano e Giacomo Porrino.
La candidatura è l’esito di un percorso di ascolto e co-progettazione – incontri pubblici, tavoli tematici, consultazioni – che ha rafforzato la fiducia tra amministrazioni e società civile e ha portato direttamente nel programma priorità, valori e proposte emerse dal territorio. L’obiettivo è la creazione di una città metrorurale, rurale e policentrica, capace di isuperare le frammentazioni storiche e amministrative. I comuni della rete sono Montesarchio,Cervinara,Airola, Sant’Agata dei Goti, Bucciano,Arpaia, Pannarano, Roccabascerana,Forchia, San Martino Valle Caudina, Paolisi, Moiano, Bonea e Rotondi. “Città Caudina. Terra Futura. Europa abita qui” e’ il titolo del Dossier presentato al Ministero della Cultura a settembre 2025, in gara insieme ad altre ventitré città italiane che mirano ad essere tra le dieci finaliste che saranno scelte il prossimo 18 dicembre per proseguire il percorso di selezione fino alla proclamazione a marzo 2026.
In occasione della presentazione è stato annunciato l’avvio del processo di unificazione amministrativa della Valle Caudina che ha riconosciuto nel percorso di costruzione della candidatura lo strumento culturale e propulsivo che ha permesso di rendere evidente e non più rinviabile una volontà di unione e modernizzazione maturata nelle comunità locali, che sarà realizzata indipendentemente dall’esito della suddetta candidatura.Sono stati, inoltre, illustrati i legami tra la Città Caudina e la Reggia di Caserta fondati sulla presenza del grande Acquedotto Carolino, che dalla metà del XVIII secolo costituisce una vera dorsale culturale che dalla Valle Caudina conduce alla Reggia. Dopo i saluti della direttrice Tiziana Maffei, gli organizzatori hanno ampiamente esposto le ragioni della candidatura e il metodo del coinvolgimento diffuso che ha condotto dalla visione agli obiettivi, al
le azioni:”Intendiamo ricordare a tutti e rafforzare negli abitanti l’idea di una Valle Caudina come cerniera tra il Mediterraneo e l’Europa attraverso grandi opere e patrimoni riconosciuti, dalla via Appia all’Acquedotto Carolino, fino al vaso di Assteas che raffigura il ratto di Europa (per alcuni il vaso antico più bello al mondo), simboli di un territorio di transito tra Tirreno e Adriatico, corridoio di scambi, porta girevole di stratificazioni culturali”.
A sostenere l’unione della valle la partecipazione di un comitato civico di oltre 90 associazioni del territorio e oltre 50 soggetti pubblici e privati del resto della regione, tra cui l’archivio di Stato di Benevento e Caserta, il museo campano di Capua, la reggia di Caserta appunto, il conservatorio napoletano, la partenopea fondazione Pietà de Turchini, i parchi regionali e il museo nazionale del Sannio caudino. Sono seguiti gli interventi di Franco Napoletano in rappresentanza del comitato civico e del presidente Unione dei Comuni Città Caudina Pasquale Fucci.
Il programma, una quarantina tra eventi e manifestazioni, si divide in cinque linee guida dai nomi suggestivi che rimandano alla terra: dissodare, ovvero riattivare risorse latenti; irrorare, sostenere processi creativi e generativi; innestare, cioè integrare nuove competenze e strumenti; germinare, per indicare l’apertura di reti; infine fecondare, per sottolineare la continuità tra tradizione e comunità.