Contratto di fiume Volturno, un cantiere di democrazia diretta da salvare:la nota di Associazione Città Paesaggio

Il Volturno chiama: senza regole certe e impegni da rendicontare secondo normativa il contratto di fiume rischia di restare solo scenografia

Riceviamo e pubblichiamo la seguente nota stampa inviata dal referente Nicola Sorbo dell’Associazione Città Paesaggio.

L’Associazione Città Paesaggio ha partecipato con assiduità e interesse al percorso iniziato a gennaio 2023 per costruire il Contratto di fiume per il bacino del Volturno. Ha fornito numerosi contributi di studio della documentazione e informazione ambientali acquisite dalla rete, senza ulteriore e necessario supporto di dati pur richiesti in primis alla Regione che e’ l’ente che presiede ad attività di analisi, pianificazione, gestione e verifica delle politiche di gestione sostenibile della risorsa idrica. Al percorso hanno partecipato numerosi portatori di interesse pubblici e privati, dai sindaci dei comuni rivieraschi ( 27 quelli coinvolti), ai dipartimenti universitari, gli enti parco, i consorzi di bonifica, gli ordini professionali tecnici, associazioni ambientaliste, di volontariato e sportive. E’ stata registrata una defezione progressiva di molti stakeholders che ha espresso quanto sia una sfida importante ma non ad esito scontato l’intensa pratica di coinvolgimento delle comunità locali da parte del soggetto capofila, la Provincia di Caserta.

La “partecipazione” rappresenta il fulcro del processo, al fine di portare il territorio in modo consapevole e condiviso alla firma del Contratto. Il Piano d’Azione è a sua volta il cuore del Contratto: contiene tutte le misure, interventi e attività immateriali necessarie per il raggiungimento degli obiettivi e la concretizzazione della visione progettuale per l’ecosistema fluviale. Il Piano segue la redazione di un Documento strategico che riporta una sintesi degli obiettivi specifici e delle azioni di medio lungo termine ovvero gli assi strategici del contratto sulla base di un’analisi conoscitiva preliminare contenente una dettagliata analisi delle potenzialità e delle criticità dell’area e un dossier dei principali Piani e Programmi istituzionali.

Il Contratto prevede una Cabina di Regia con funzioni decisionali e di coordinamento del processo, con il supporto di una Segreteria tecnica. Il coinvolgimento degli attori è garantito attraverso l’Assemblea di Bacino che, pur non avendo un ruolo decisionale, rappresenta il momento di consultazione ufficiale del territorio.

Ieri 16 settembre nella sala consiliare della Provincia si e’ svolta un’ Assemblea per la sottoscrizione “simbolica” (come testualmente dichiarato dagli organizzatori) del Piano d’Azione. Poco prima l’Assemblea era stata chiamata a votare su una mozione presentata dalla Cabina attraverso il suo Coordinatore dott. Giovanni Solino che contemplava:

-la presa d’atto dello schema di programma / piano di azione con delega al Coordinatore della Cabina di Regia ad eventuali modifiche ed integrazioni necessarie e ad approntare il programma / piano di azione definitivo;

– prendere atto della proposta di schema di contratto e di delegare il Coordinatore della Cabina di Regia all’adeguamento delle stesso alle linee guida regionali;

– prendere atto che da oggi in poi (senza scadenza) tutti i soggetti singoli o associati, pubblici o privati, profit o non, possono sottoscrivere il Contratto di Fiume Volturno, se autorizzati dai relativi organi amministrativi;

– iniziare, da oggi, la ricerca dei fondi necessari alla realizzazione del Contratto con la concorrenza e la partecipazione di tutti i firmatari.

La mozione è stata approvata a larga maggioranza e con un voto favorevole dell’Autorità di Bacino che sarà integrato da considerazioni che perverranno in seguito.

L’Associazione ha scelto di astenersi dal voto per le ragioni che qui si espongono.

La forma proposta dello schema di Piano d’Azione non rispetta le linee guida regionali per l’attuazione dei contratti di fiume previste dalla Legge 6 maggio 2019, n. 5. Lo schema e’ stato trasmesso dalla Segreteria tecnica alla Cabina di Regia per l’approvazione senza la condivisione di alcuni componenti tra cui il delegato dell’Autorità di Bacino e il rappresentante della nostra Associazione. Secondo l’Associazione la pura elencazione delle azioni proposte nelle 51 schede pervenute non conferisce priorità e attenzione particolare, come richiesto dalle linee guida, “alla sicurezza del territorio e alla fruibilità dello stesso, oltre al raggiungimento di uno stato qualitativo, almeno buono, dei corpi idrici” come prescrive la Direttiva quadro comunitaria.”Questi due obiettivi sono le precondizioni o i pilastri centrali dell’analisi territoriale di livello locale che deve essere posta alla base del Documento Strategico e Piano d’Azione”.

L’insufficiente sistematizzazione e informazione sull’acquisizione delle schede avrebbe richiesto niente di più che un tempo idoneo necessario che non si e’ ritenuto di disporre per la premura presunta imposta dalle imminenti elezioni regionali il cui esito potrebbe non garantire né il proseguimento del programma né l’allocazione delle risorse finanziarie attese per realizzarlo. E’ opportuno ricordare che il contratto di fiume e’ uno strumento che non ha al momento un asse di finanziamento dedicato e ciò limita grandemente le possibilità di attuazione. Resta un nodo di dibattito importante, sottolineato anche nel Documento di proposta del Tavolo nazionale dei CdF, quello di garantire ai CdF finanziamenti che non siano residuali o ricavati da altre voci della spesa pubblica ma che provengano da fondi (europei, nazionali, regionali) legati, per esempio, alle azioni per l’adattamento al cambiamento climatico e all’attuazione del Regolamento UE sul Ripristino della Natura.

La sottoscrizione del sedicente Piano (e non del Contratto che ha forma di accordo di programmazione negoziata e di cui si è proposto semplicemente un fac-simile) piú che simbolica e’ da definirsi fittizia trattandosi di uno schema in divenire e ancora da rendere definitivo e “adeguato alle linee guida”, come si legge dal verbale della seduta.

La dipendenza da fondi pubblici e la complessità delle procedure di finanziamento potranno certamente rappresentare un ostacolo ai buoni propositi dello strumento Contratto di fiume ma non giustificano una procedura che rischia di non rendere trasparente l’azione del Contratto e fare della partecipazione un semplice atto burocratico.