I lavoratori Softlab dicono basta alle finte ricollocazioni e chiedono il rilancio del settore ICT

Dopo due anni di cassa integrazione per crisi le lavoratrici e i lavoratori di Softlab Tech e Tech Rain sono stremati da condizioni insostenibili dopo tanti tentativi andati a vuoto di ricomporre positivamente la crisi sollecitando impegni concreti da parte dell’azienda e delle istituzioni, Regione e Mimit . Lo scenario resta preoccupante e pieno di tensione e sofferenza per i dipendenti Softlab, ex Jabil fuoriusciti qualche anno fa dagli organici della multinazionale Usa per ragioni di scarso livello produttivo del sito di Marcianise. Nonostante l’azienda di informatica si fosse impegnata davanti alle istituzioni – Ministero dello Sviluppo Economico oggi Mimit e Regione Campania – ad avviare progetti per i lavoratori ricollocati in Softlab, i lavoratori sono stati in cassa integrazione da sempre, fino a dicembre scorso. Da oltre un anno i Softlab protestano a Caserta, a Napoli e al Ministero, senza risultati. Un’ipotesi perseguita e’ nata sulla promessa dell’assessore regionale Antonio Marchiello di provare a reinserirli, su loro stessa richiesta, nella “vertenza madre Jabil”. A Marcianise la multinazionale Usa ha prima deciso di cessare l’attività entro marzo, quindi ha annunciato di voler cedere lo stabilimento con i 418 lavoratori alla Tme Assembly Engineering Srl, società costituita dalla Tme di Portico di Caserta (che detiene il 55% delle quote) e da Invitalia (che possiede il restante 45%). L’operazione se formalizzata interromperebbe l’iter di licenziamento. Tuttavia questa soluzione è stata già respinta nei mesi scorsi dai lavoratori che non hanno mai accettato di discutere la proposta avanzata da Tme, favorevoli invece ad un impegno della Regione nel predisporre un piano di rilancio dell’industria elettronica, senza nuovi fallimentari trasferimenti come si sono rivelati Softlab e Orefice.

Intanto riceviamo oggi il comunicato che segue della RSU Fim Fiom UIL Ugl Faims di Softlab Tech.

“È dall’incontro del Mimit dello scorso 6 marzo che i lavoratori del gruppo Softlab Tech e Techrain di Maddaloni protestano sul territorio. L’azienda che li aveva ricollocati per tenerli in cassa integrazione ha dichiarato la cessazione in un incontro serale, in modalità da remoto, qualche giorno prima, il 26 febbraio, nel perfetto stile senza alcuno scrupolo con cui ha portato avanti questo business, una speculazione sulla nostra provincia che ha avvantaggiato solo l’imprenditore e il CEO, Giovanni Casto. Non sanno dove farsi ascoltare questi lavoratori che sono stati derubati di diversi stipendi e degli incentivi per una ricollocazione fasulla. Hanno manifestato fuori la sede RAI di Napoli il 3 marzo, dalla Regione al ministero e viceversa, ma nessuna soluzione è pronta al momento per loro. Non sono mancati i momenti di sconforto, i tavoli di crisi sul territorio sono molti, ed è semplice accomunare questo caso di assoluta malagestione di fondi pubblici e privati, con il resto che ruota oggi sulla provincia di Caserta. L’eccezionalità di questo caso, anzi, ha portato ad una pratica mai vista prima, la profilazione e l’iscrizione di lavoratori mentre erano ancora in forza presso Softlab ai centri per l’impiego, dove presentarsi, compilare curriculum, e partecipare a selezioni come disoccupati qualunque che hanno perso il lavoro per un caso fortuito e non perché facevano parte di un progetto avallato dalle istituzioni fallito prima di partire. Dopo l’incontro in Regione, lunedì 10 marzo dove hanno chiesto di far parte di un percorso industriale serio, stamane sono stati ricevuti in Confindustria e chiedono di rilanciare le competenze del settore ICT che sono proprie di questi lavoratori EX Jabil, Ericsson, Marconi, Siemens.”Saremo nuovamente in prefettura giovedì prossimo” dichiarano le RSU, “non ci fermeremo finché non avremo un percorso che renda giustizia e dignità al nostro percorso, nel frattempo gli ammortizzatori sono fermi a dicembre, e attendiamo la data di esame congiunto per la CIG per cessazione, con enormi difficoltà di gestione nelle nostre famiglie.”