Il coraggio di una donna

Storia di Zahra Tabari, prigioniera politica iraniana

“Martire per la libertà”: così scrive Maryam Rajavi, leader eletta della principale forza politica d’opposizione iraniana, su Facebook.
La leader del partito d’opposizione, il MEK, ci racconta la storia di  Zahra Tabari, prigioniera politica, attraverso le parole del figlio, Soroush Samak.
La donna, 67 anni, sta per essere giustiziata a breve, insieme ad altre 17 persone.
L’Iran, purtroppo, non è nuovo a questa pratica: si parla di una drammatica routine in cui un detenuto viene condannato e giustiziato ogni 4 ore. Sono almeno 204 le vittime da settembre e non è tutto: secondo Soroush, Khamenei avrebbe pianificato un altro sterminio pari a quello del 1988, in cui furono eliminati 30.000 oppositori.
Perché? Per mantenere il potere.
Secondo Soroush, il numero in aumento delle esecuzioni è un avvertimento alla popolazione, che ormai comincia a non temere più il regime.
E’ anche un segno di debolezza. Soroush, infatti, ha dichiarato al quotidiano inglese “The Sun” che “L’Ayatollah sta perdendo la presa. (…) Questo coltello ha perso il suo filo, queste condanne a morte alimentano solo la rabbia del popolo“.
Quest’affermazione lascia intendere che il numero crescente di esecuzioni sia sintomo di un regime che vede in pericolo il proprio potere.
Resta la storia di Zahra, condannata a morte dopo un processo farsa di 10 minuti e restano le parole del figlio: “La mia mamma eroina non ha paura di morire“.