Il governo blocca la proposta di La Russa sul “mini indulto”

Il presidente del Senato Ignazio La Russa ha ribadito l’idea di introdurre un mini indulto rivolto ai detenuti prossimi alla fine della pena. La misura, nelle sue intenzioni, alleggerirebbe in modo rapido e mirato la pressione sulle strutture penitenziarie, sempre più vicine alla saturazione. Il governo ha però escluso di procedere in questa direzione. L’esecutivo ritiene che un intervento di clemenza non risponda alle esigenze strutturali del sistema e che servano strumenti diversi per affrontare il sovraffollamento.

 

 

 

La posizione dell’esecutivo

Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano ha assicurato che il divario attuale tra posti disponibili e presenze effettive verrà colmato nell’arco dei prossimi due anni. Il governo punta su nuovi investimenti infrastrutturali e su un miglior equilibrio nell’uso delle misure alternative. Mantovano ha ribadito che l’obiettivo è intervenire sul sistema nel suo complesso, evitando soluzioni considerate temporanee o emergenziali.

Le reazioni degli operatori

L’Associazione nazionale magistrati ha invitato l’esecutivo a non sottovalutare la richiesta di intervento immediato. I rappresentanti dell’Anm ricordano che la pressione quotidiana sulle carceri resta molto elevata e che, senza misure rapide, il quadro potrebbe peggiorare. L’associazione chiede attenzione verso le condizioni delle strutture e verso chi vi opera, sottolineando come ogni azione utile a ridurre la tensione interna abbia un impatto positivo sulla sicurezza collettiva.

Una questione ancora aperta

Il confronto politico non si chiude qui. La proposta di La Russa ha riacceso un dibattito che attraversa maggioranza e opposizione e che coinvolge operatori, magistrati e realtà sociali. La situazione resta complessa, e le scelte dei prossimi mesi definiranno la direzione delle politiche penitenziarie italiane.