Il sottosegretario al Ministero della Cultura Lucia Borgonzoniaccompagnata dal deputato Gianpiero Zinzi, dal Direttore Generaledel MIC Angelantonio Orlando e dalla Direttrice Generale della Reggia Tiziana Maffei ha fatto visita alla Parco della Reggia di Caserta per vedere di persona i lecci della via d’acqua condannati all’abbattimento. Dopo la visita al Parco ha incontrato a piazza Margherita una delegazione del Gruppo 31 Agosto costituito da volontari che ricoprono o hanno ricoperto ruoli di vertice nella pubblica amministrazione ed esperti di parchi e giardini: Ciro Costagliola, presidente IRVAT, già Presidente dell’Ordine Agronomi e Forestali Caserta, Carmen De Rosa, delegata Nazionale de L’Altritalia ambiente, Francesco Canestrini, già Soprintendente ABAP Basilicata, Carmine Gambardella, Presidente Benecon, cattedra UNESCO, già Preside Facoltà di Architettura, Salvatore Natale, architetto, conoscitore Reggia e Parco di Caserta, Matteo Palmisani, agronomo, Delegato Lipu Caserta, Ottavio Pannone, già presidente dell’Ordine degli Avvocati di S. Maria C.V., Cinzia Piccioni Ignorato, agronomo, già ufficio Giardini di Napoli, Sergio Vellante, Referente Italia Nostra in ASviS, già Ordinario economia ed estimo rurale.
Ciro Costagliola a nome del gruppo ha rappresentato le motivazioni per cui gli esperti, componenti del gruppo sono contrari al taglio dei lecci ed il disastro che tale intervento comporterebbe che, se attuato, cancellerebbe per due generazioni la iconica vista della via d’acqua voluta dal Vanvitelli. Ha consegnato un dossier di documenti con unarelazione tecnica redatta dagli agronomi del gruppo supportata dal lavoro fatto dal Consorzio Benecon che come ha spiegato Carmine Gambardella riporta i risultati dell’attività di telerilevamento attraverso indagini e rilievi con sensori aviotrasportati e terrestri iperspettralieffettuati per la verifica dello stato di salute dei singoli lecci in argomento, la verifica dell’attività clorofilliana, nonché verifiche a terra.I risultati emersi da tale attività rappresentano che i lecci effettivamente da abbattere non superano l’ordine del 10%; analogo risultato emerge dalla relazione di alcune associazioni e agronomi del territorio rappresentati da Matteo Palmisani che hanno effettuatoulteriori verifiche a terra sulle condizioni di salute dei lecci pervenendo alla conclusione che la maggior parte dei lecci sono recuperabili con appropriate cure e che la parziale sostituzione di tali piante garantirà l’estetica della via d’Acqua. Peraltro ha rappresentato il gruppo, la stessa relazione dell’Università di Bologna, commissionata dalla DG della Reggia considera a “Priorità elevata” d’intervento il 37% dei lecci (ovvero n. 319), a “priorità media” il 22% (n. 186 piante) ed infine a “priorità media-bassa” il 41% dei lecci (cioè ben 355). Quindi dei 750 lecci condannati all’abbattimento, secondo tale documento, se ne potrebbero salvare con adeguate cure il 63% (priorità media e media-bassa) ovvero ben 541 piante.
D’altra parte, per oltre 250 anni per il mantenimento del quadruplice filare di lecci è sempre stato adottato il criterio della sostituzione puntuale delle piante morte, deperite o cadute. Tanto è vero che oggi il bosco artificiale che forma la prospettica “via d’Acqua”, che inizialmente era coetaneo, è un bosco disetaneo con molti esemplari di oltre 200 anni di età e nel tempo tantissime piante sono state sostituite senza pregiudicare l’effetto paesaggistico progettato dalVanvitelli.
Il “gruppo di 31 agosto”, ha confermato la decisa opposizione al rinnovo integrale del doppio filare di lecci in ciò confortato dal parere contrario in prima istanza della Sovrintendenza che, nel prendere atto del verbale dei comitati, non ha espresso parere favorevole ai sensi dell’art. 21 del d.lgs. 42/2004 al progetto documenti di cui il sottosegretario è bene a conoscenza. Pertanto il programma diabbattere i 750 lecci è un intervento inutilmente drastico, inopportunoe immotivato confidando vivamente che il Ministero, sulla base delle motivazioni tecniche, possa fermare il programma di abbattimento dei 750 lecci così come proposto dalla D.G. della Reggia.