Il 6 marzo il Consiglio europeo dei capi di Stato e di governo ha approvato un pacchetto di 800 miliardi di euro per sostenere il progetto ReArm Europe e incentivare un piano di riarmo europeo con investimenti nel campo della Difesa. La decisione è conseguente al recente stravolgimento dell’equilibrio transatlantico che vede gli Stati Uniti di Trump tagliare il supporto fornito all’Ucraina in materia di armamenti e informazioni di intelligence nella guerra al centro dell’Europa che dura da 3 anni contro la Russia. Già nel corso di questi tre anni avevamo assistito a un’Europa afona nell’Alleanza atlantica, senza un’adeguata capacità di iniziativa diplomatica reale che convincesse i belligeranti a sedersi a un tavolo di conciliazione e dialogo, un’Europa subalterna ai desiderata degli Stati Uniti. Le classi dirigenti europee da paladine dell’ordine internazionale basato sul diritto sono diventate frettolosamente serventi del culto della forza militare, unico strumento considerato atto a garantire una sedicente sicurezza. Una propaganda serrata sulla sicurezza che si vuole narrare in modalità ipocrita come minacciata da ambizioni di Putin a incrementare la sua sfera d’influenza sui Paesi Baltici e non solo e quindi da difendere con un’operazione convincente di deterrenza militare. Con il Trattato di Lisbona del 2009 era stato dato avvio all’attuazione e sviluppo della Politica di sicurezza e difesa comune (PSDC) prevedendo la figura e l’autorità di un Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza/Vicepresidente della Commissione europea per un approccio comune e condiviso nella gestione delle crisi UE. Il sogno di un’Europa stabile nella pace da costruire con il dialogo si infrange attraverso il pervicace disegno di creare un ombrello autonomo di risorse militari che sostengano ogni interventismo belligerante. E questo con il solo voto futuro del Consiglio dell’UE composto dai ministri di ogni Stato membro, senza passare per il Parlamento europeo appellandosi in modo ambiguo al famigerato articolo 122 del TFUE, sulla base di una “procedura d’emergenza”. L’altro aspetto preoccupante di questa deriva di incitamento alla guerra risiede nel fatto che 150 miliardi verranno da nuove forme di debito comune e altri 650 miliardi con la maggiore flessibilità concessa dalla Commissione sulle regole del Patto di Stabilità. Come dire che il Welfare si trasforma in Warfare, una deroga al Patto concessa per armi e non per istruzione,sanità, tutela del territorio,transizione ecologica. Senza nessuna onesta valutazione della vera emergenza di cui soffre il Paese Italia: l’invecchiamento della popolazione con l’inverno demografico e le profonde disuguaglianze sociali che crescono con la crescita della concentrazione della ricchezza di pochi grazie a un sistema economico ingiusto favorito da scelte politiche che arrivano a limitare le stesse prospettive di salute e di sopravvivenza delle persone.