E’ una corsa contro il tempo. Ancora non si conoscono le scuole che lo offriranno. Il nuovo Liceo Made in Italy, approvato dal Parlamento il 20 dicembre, fa parte della più ampia legge “Disposizioni organiche per la valorizzazione, la promozione e la tutela del made in Italy” (in Gazzetta Ufficiale dal 27 dicembre 2023 e in vigore dall’11 gennaio 2024). Le prime iscrizioni possono essere fatte dal 23 gennaio sulla piattaforma Unica. Nella sostanza a settembre sostituirà l’indirizzo economico-sociale del Liceo delle Scienze Umane, solo nelle scuole che lo vorranno e che ne faranno richiesta entro il 15 gennaio sia alla Regione che all’Ufficio Scolastico Regionale. Lunedì dunque si chiude la finestra per richiedere l’attivazione di prime classi del nuovo indirizzo. Gli istituti scolastici possono decidere se sostituire il Les con l’indirizzo del Made in Italy, mantenere entrambi i percorsi o non chiedere l’attivazione del nuovo indirizzo. A quanto pare l’ultima opzione sembra la più adottata finora, sia per non rinunciare all’indirizzo economico-sociale sia per i tempi fin troppo stretti. A Bari per esempio su 10 istituti secondari in provincia che hanno i prerequisiti per presentare domanda, al momento nessuno lo ha fatto. La Flc-Cgil in una nota scrive:”Segnaliamo significative ricadute sugli organici del personale docente. Infatti, il piano di studi nel primo biennio elimina gli insegnamenti di Scienze umane e raddoppia le ore di insegnamento di Diritto ed Economia politica, aggiunge l’insegnamento della Storia dell’arte ma diminuisce le ore di insegnamento della seconda lingua straniera e tutto deve verificarsi rispettando l’invarianza degli oneri a carico della finanza pubblica.Ribadiamo, pertanto, l’appello già lanciato dalla FLC CGIL, rivolto a tutte le istituzioni scolastiche che erogano l’opzione economico-sociale, di evitare l’istituzione del Liceo del made in Italy per il prossimo anno scolastico che costituirebbe, visti anche gli effetti derivanti dall’adozione del relativo piano di studi, un pericolo per la stabilità degli organici del personale scolastico”. Grandi perplessità vengono espresse anche da altri addetti al lavoro. “Non abbiamo indicazioni nazionali – dice Francesca Di Liberti del liceo Regina Margherita di Torino, scuola capofila della rete nazionale dei Licei economico-sociali– sappiamo solo che sarà incentrato sull’eccellenza italiana e abbiamo l’orario del biennio, informazioni non sufficiente per orientare le famiglie al meglio. L’intuizione del Made in Italy non è sbagliata ma dovrebbe affiancare il Les, non sostituirlo”. Sebbene nel testo finale le finalità dichiarate sono “sviluppare negli studenti, sulla base della conoscenza dei significati, dei metodi e delle categorie interpretative che caratterizzano le scienze economiche e giuridiche, competenze imprenditoriali idonee alla promozione e alla valorizzazione degli specifici settori produttivi del Made in Italy”, nessuna delle materie previste dal corso di studi persegue lo sviluppo di competenze nell’area agroalimentare o rimanda al turismo enogastronomico o alle produzioni d’eccellenza che fanno famosa l’Italia nel mondo, come il settore moda, quel settore che già e’ stato attenzionato con l’indirizzo “sistema moda” introdotto da 12 anni e che forma una figura professionale intermedia impegnata nella ideazione, progettazione, realizzazione e vendita di tessuti e capi d’abbigliamento, oltre che tessuti per arredamento nel rispetto della migliore tradizione italiana del Made in Italy. Secondo la circolare diffusa dal Miur, sono 891 le ore previste per il biennio dal corso di studi. Tra queste, 32 ore di lingua e letteratura italiana, 99 di storia e geografia, 99 di diritto, 99 di economia politica, 99 di lingua e cultura straniera 1, 99 di matematica (con informatica), 66 di lingua e cultura straniera, 66 di scienze naturali (biologia, chimica, scienze della terra), 66 di scienze motorie e sportive, 33 di storia dell’arte, 33 di religione cattolica o attività alternative. Esiste concretamente che si rilevi una scivolata questa forsennata operazione del governo, intempestiva e trasandata, opaca iniziativa di propaganda per ottenere popolarità con poco sforzo.