Meloni, Premier: le sue idee conservatrici e pragmatiche per l’Europa

Giorgia Meloni è il nuovo volto del conservatorismo italiano. Il suo ruolo di ago della bilancia tra Stati Uniti ed Europa è diventato d'interesse internazionale.

Il settimanale statunitense Time dedica alla Premier Giorgia Meloni la copertina di luglio 2025, raccontando una leader capace di coniugare identità nazionale e realismo politico. Da volto della destra radicale a figura centrale nell’establishment europeo, la Presidente del Consiglio italiano si muove con pragmatismo tra Bruxelles, Washington e gli equilibri interni alla UE.

Un’identità post-ideologica

Giorgia Meloni non rinnega le sue origini politiche, ma le piega e le asserva a una nuova narrazione: conservatrice nei valori, istituzionale nei metodi. Nell’intervista concessa a Time il 4 luglio a Palazzo Chigi, afferma di voler ricostruire l’orgoglio nazionale a qualsiasi costo, senza tuttavia scardinare l’architettura dell’Unione Europea né rompere con la NATO.

La sua proposta sembrerebbe essere prima culturale e poi economica: difendere prima di tutto l’identità italiana ed europea da quella che definisce una globalizzazione omologante. Il patriottismo non si traduce però in chiusura: Meloni conferma il sostegno all’Ucraina, prende le distanze dalla Cina, e mantiene rapporti con i leader di segno politico opposto. Nei salotti buoni dei colleghi giornalisti francesi si è passati dallo scherno in quanto donna italiana prestata alla politica a ciò che oggi raccontano gli stessi comunicatori che si sintetizza in un vero e proprio elogio alla prima donna Premier italiana.

Diplomazia a più corsie

Meloni si propone come figura di raccordo tra l’Europa continentale e gli Stati Uniti, a prescindere dal colore politico dell’amministrazione americana. Ha consolidato i rapporti con Ursula von der Leyen, Joe Biden e, contemporaneamente, con Donald Trump e il suo vice J.D. Vance.

La sua postura internazionale è quella di una conservatrice pragmatica: meno ideologia, più realismo. Una linea che la pone in discontinuità rispetto ad altri leader sovranisti europei, spesso più isolazionisti. In questo quadro, l’Italia potrebbe candidarsi ad avere un ruolo chiave nella gestione delle tensioni Est-Ovest e Nord-Sud all’interno dell’Unione. Qualcosa che solo parzialmente riuscì a Silvio Berlusconi.

Interno e potere: accentramento o efficienza?

Se all’estero Meloni raccoglie consensi anche trasversali, sul piano interno le critiche però si moltiplicano. L’opposizione e parte della società civile le contestano una gestione troppo accentratrice del potere esecutivo, la volontà di condizionare magistratura e media, e una serie di riforme giudicate illiberali.

Lei respinge queste accuse come ideologiche, rivendicando invece un governo stabile, deciso e coerente. Un Esecutivo che ha l’obiettivo di riformare il Paese e aumentare l’efficienza dello Stato. Il conflitto politico resta quanto mai aperto. C’è, infatti, chi la vede come una statista moderna e chi invece come espressione di possibili derive autoritarie sotto mentite spoglie d’efficienza.

Una nuova destra europea?

La premier rappresenta oggi un modello di destra che unisce simboli identitari, disciplina istituzionale e diplomazia multilaterale. Non è una moderata nel senso classico, ma nemmeno una sovranista barricadera sicuramente un avversario politico che sarebbe andata d’accordo con Giulio Andreotti.

Questa doppia natura la rende, in questo momento storico caratterizzato da problematiche internazionali di grande attenzione, una delle leader più osservate d’Europa. In un continente segnato da tensioni geopolitiche, crisi economiche e polarizzazioni culturali, il suo approccio conservatore e pragmatico potrebbe segnare la nuova traiettoria della destra continentale. Oppure, secondo alcuni analisti, potrebbe scontrarsi presto con i limiti strutturali del compromesso tra ideologia e governance.

Staremo a vedere.

Fonti e riferimenti

L’articolo è basato sull’intervista alla Premier Giorgia Meloni pubblicata da Time Magazine il 24 luglio 2025 a firma di Massimo Calabresi, su approfondimenti di testate internazionali come The Times, Financial Times, AP News e Politico Europe, sulla Rassegna stampa italiana di ANSA, Agenzia Nova, La Repubblica e su osservazioni e commenti di analisti politici e operatori della comunicazione, reperibili sulle principali piattaforme online.