Napoli – Cagliari 1 a 1 – Non tutte le ciambelle riescono col buco, così come non si possono vincere tutte le partite

Anche se va ricordato che tra Torino, Verona, Sassuolo, Spezia e ieri Cagliari abbiamo lasciato sul campo la bellezza di 12 punti

Napoli – Cagliari 1 a 1 – Non tutte le ciambelle riescono col buco, così come non si possono vincere tutte le partite

Anche se va ricordato che tra Torino, Verona, Sassuolo, Spezia e ieri Cagliari abbiamo lasciato sul campo la bellezza di 12 punti

Il Napoli di Gattuso somiglia sempre di più a quel famoso dialogo tra Francesco II di Borbone e sua moglie, la regina Maria Sofia von Wittelsbach, nel bel film “ ‘O Rre “ del regista romano Gigi Magni, quando per raccontare la perdita del regno,  il principe Borbone disse alla consorte : “Io ho fatto di tutto per perdere il regno, se non fosse stato per me, di Garibaldi, a questo punto, chi si sarebbe mai ricordato..”, ecco l’allenatore del Napoli, nonostante tutto, nonostante il ritardo degli avversari, nonostante le defaillance altrui, continua comunque a fare di tutto per non andare in Champions.

Vorrei tra l’altro sgomberare il campo dall’idea che nei confronti dell’allenatore dei partenopei, ci sia da parte mia una sorta di avversione e soprattutto che, siccome ho da tempo intrapreso questa sorta di fronda nei suoi confronti, non ci sia in me la speranza che il tecnico calabrese, di adozione padana,  riuscisse a smentirmi, magari fosse così, sarebbe per il sottoscritto la smentita più attesa che potessi ricevere, ma purtroppo i fatti e i risultati dicono il contrario; se solo ricapitoliamo che tra Torino, Verona, Sassuolo, Spezia e ieri Cagliari abbiamo lasciato sul campo la bellezza di 12 punti, ora è pur vero che non si possono vincere tutte le partite, ma è anche vero che se solo avessimo fatto la metà di questi dodici punti, oggi non saremo qui  a penare e immaginare scenari nuvolosi, che ci portano ora ad accusare un arbitro ora il VAR, che comunque ci mettono il loro ma che, come spesso amo ripetere, nell’anno del secondo scudetto napoletano, i rigori contro gli azzurri furono, se la memoria non mi inganna fischiati otto di seguito, al punto che ad ogni gara, dalle curve dell’ex San Paolo per sfottò partiva a ogni caduta in area degli avversari il grido di : “Rigore! Rigore!”, tanto erano scontate le gare, che nessuna decisione arbitrale contraria avrebbe compromesso il risultato. Ma quella è un’altra storia, altri uomini, altri calciatori, altro allenatore.

Io personalmente vengo da un calcio vecchio, lo ammetto, fatto di regole antiche, di frasi scontate, di visioni poco globalizzate, per esempio ai miei tempi si diceva : “Squadra che vince non si cambia”, perché era, si, scaramantico ma anche funzionale,  invece il Mister calabro – padano, essendo uomo di calcio moderno e proiettato verso il futuro che fa? Se la squadra a Torino, contro i granata, gioca e vince convincendo, cambia nei reparti dove meno si dovrebbe cambiare e per fortuna che Ospina sta male altrimenti di sicuro avrebbe ripreso il cambio dei portieri. Per esempio non mi ha convinto Manolas totalmente annichilito da Pavoletti, il cagliaritano ex azzurro ha vinto tutti i duelli aerei con il greco ed è stato protagonista in area di un tiro destinato a rete se non vi fosse stata la prontezza di Meret, chi mi conosce sa quanto stimo Fabian Ruiz ma era palese che la linea di centrocampo, con quel Cagliari, aveva bisogno di due frangiflutti; resta un mistero lo schieramento di un Lozano, ancora a “mezza pensione” al posto di un Politano mai in palla come in questo periodo, per non parlare delle sostituzioni, con un  Insigne nervoso e non in giornata, per quel che concerne il secondo tempo, che andava sostituito e non tenuto in campo, si rimane perplessi di vedere buttare nella mischia, in piena “garra”, Mertens che è un fior di campione che però con la lotta ha niente da spartire, tutto ciò  è la riprova,  per chi ancora tenta di difendere Gattuso, che, se non andremo in Champions, l’allenatore avrà le sue belle responsabilità, anche se non è solo di certo tutta colpa sua, c’è stato il Covid, Mazzoleni, arbitri scarsi come Fabbri, i non colorati che non possono essere estromessi dalla Coppa dei Campioni, insomma le note sono tante, vero è  che anche l’Inter di Trapattoni e il Milan di Berlusconi venivano aiutati dal palazzo, ma allora non c’era congiura che tenesse, anche perché lo spessore della squadra e dell’allenatore partenopeo erano di un altro pianeta.

In sintesi comunque non tutto è perduto, mancano quattro gare alla fine del campionato, e gli avversari, vedi l’Atalanta ieri, non è che possono vincerle tutte; c’è da sottolineare tra l’altro che il Cagliari ha fatto un gioco maschio , ed è bene che il calciatori azzurri entrino in questa ottica, anche per la prossima gara con lo Spezia, che in fatto di botte non è seconda ai sardi, quindi squadra avvisata …

Una nota a margine per un calciatore, che almeno personalmente mi ha fatto ritornare allo stadio, per le sue giocate non convenzionali, per i suoi dribbling e le sue corse perdifiato, che erano tutta una poesia, e che in questi giorni oltre a compiere gli anni (36) ha rilasciato una bella intervista dichiarando il suo amore per Napoli e i napoletani, lo ringrazio attraverso queste pagine per le gioie che ci ha regalato, negli anni in cui ha rivestito la maglia azzurra, un argentino che talvolta, senza fare peccato, ci ha ricordato il D10S, grazie Pocho,  buon compleanno e che la vita possa sorriderti sempre, come tu facevi sorridere tutti noi per i tuoi guizzi magici.