SAN NICOLA LA STRADA . IL SEME DI DON ORESTE

COMITATO CITTADINO “SAN NICOLA LA STRADA CITTA’ PARTECIPATA”

IL SEME DI DON ORESTE
Ad una settimana dalla dipartita del nostro amato Don Oreste, sembra che tutto si sia già spento, sembra che si sia archiviata una pratica, sembra che nessuna traccia possa ricondurci all’uomo che per tanti anni ha segnato il destino di una parte delle anime sannicolesi, quelle del cosiddetto “tuorno”, La Rotonda. Eppure una traccia c’è, è rimasta non solo dei cuori di chi gli è stato vicino fino alla fine , ma soprattutto in chi vuole continuare la sua ardua lotta a favore dei più diseredati, a favore di una degna sistemazione della parrocchia della Rotonda con la ricerca instancabile di una più degna sede per la chiesa che don Oreste ha tanto desiderato fin dal primo momento che ha messo piede sul territorio della nostra Sannicola. Ricordiamo che Don Oreste è stato, in questi cinque anni di vita del nostro comitato, il Presidente onorario del nostro sodalilizio, partecipando attivamente alle riunioni di gruppo, fino a quando glielo hanno consentito le sue condizioni fisiche. E non poteva essere diversamente dal momento che la Parrocchia Santa Maria delle Pietà è stata sempre una fucina di persone dedite al volontariato più squisito che ha cercato di elevare il tono della cittadinanza portando avanti le battaglie del secolo. In primis la faticosa opera per la integrazione tra sannicolesi d’origine e quelli acquisiti. Ormai sono oltre trenta anni che si cerca inutilmente di addivenire ad un’unione tra questi due fattori che non sono in lotta tra di loro, ma si tengono a debita distanza quasi non si fidassero l’uno dell’altro. E questa diffidenza si ripercuote nei rapporti interpersonali e genera disunione. Don Oreste aveva intuito il problema e specialmente all’inizio della sua avventura sannicolese, pur reggendo anche l’altra parrocchia di Castel Morrone, aveva creato dei momenti aggregativi importanti come la “Rotonda in fest” , avvalendosi di personaggi della vecchia sannicola ma non disdegnando di sensibilizzare anche le nuove leve venute da fuori. E questo in un’ottica di compartecipazione che doveva portare soprattutto alla realizzazione di una nuova capiente Chiesa alla Rotonda. Ma il diradarsi di queste manifestazioni di piazza ha segnato anche nel tempo uno scemare dell’entusiasmo di stare insieme, fino a creare ulteriori divisioni nell’ambito dei parrocchiani stessi. Le conseguenze sono sotto lo sguardo di tutti. Ma quel seme di Don Oreste non può morire così miseramente occorre che le vecchie dispute siano messe da parte; le forze imprenditoriali di cui è ricco il territorio diano un impulso economico alla realizzazione di questo sogno; la volontà di costruire qualcosa di comune e di nuovo sarà la molla per unire le forze e realizzare finalmente ciò che in trent’anni non si è riuscito a fare. E questo sarà senz’altro un segno tangibile della vera commemorazione della figura di don Oreste, al di là delle parole di convenienza dette una settimana fa dinanzi ad una bara.