SAN NICOLA LA STRADA – Il sequestro del 12 pozzi da parte della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere che, in data 7.2.2019 ha emesso un decreto d’urgenza (convalidato dal G.I.P. in data 8.2.2019), con il quale sono stati sequestrati dodici pozzi utilizzati per uso domestico e fertirrigazione, su cui è stata riscontrata una severa contaminazione da metalli pesanti, in primis dell’Arsenico, sostanza nota per la sua elevata tossicità, con valori che in un pozzo sono giunti a superare di 850 volte i valori previsti, era già nota a decorrere dal giugno del 2010 quando l’allora Sindaco pro-tempore Angelo Antonio Pascariello, facendo seguito alla nota dell’ARPAC trasmessa dalla Provincia e dalla Prefettura relativa agli esiti delle analisi effettuate sui campioni delle acque sotterranee prelevati dai pozzi ubicati nell’area ex Saint Gobain, che eccedono i limiti di legge per quanto riguarda la concentrazione di arsenico e di metalli tossici, con grave pericolo per la salute pubblica, aveva vietato, con apposita Ordinanza Sindacale l’uso dell’acqua emunta dai pozzi siti nell’area ex Saint Gobain e zone limitrofe per uso irriguo e per qualsiasi altro uso, a salvaguardia della salute pubblica.
Nel contempo, il primo cittadino sannicolese, a seguito delle diverse lamentele dei cittadini circa la diversa qualità dell’acqua erogata (temperatura, sapore e colore, rispetto a quella precedentemente erogata, nonché un notevole calo di pressione), aveva anche inviato una richiesta alla Regione Campania (Gestione Acquedotto ex Casmez e Servizio Acquedotto) e per conoscenza all’Azienda Sanitaria Locale CE/1 – Distretto 25 di Caserta, per chiedere notizie al riguardo e per conoscere quando si tornerà alla normalità. Successivamente, a giugno del 2011, il Comitato civico contro l’emergenza rifiuti di San Nicola la Strada, che aveva in Lorenzo Tessitore il suo portavoce, inviò una lettera al Sindaco della Città capoluogo chiedendo la bonifica dell’area su cui insiste la discarica Lo Uttaro: “…. Per limitare i rischi per la salute umana dovuti all’inquinamento dell’acqua di falda, chiediamo ai sindaci dei comuni confinati con Lo Uttaro di procedere alla sigillatura dei pozzi. Solo così, infatti, si potrà essere ragionevolmente sicuri che non vengano violate le ordinanze già emesse dal Comune di Caserta e San Nicola la Strada nel giugno 2010 che vietano l’utilizzo dell’acqua di pozzo e che gli inquinanti non finiscano sui prodotti della terra e quindi sulle nostre tavole”. Il Comitato aveva atteso per lungo tempo che iniziasse finalmente la bonifica, alla quale era stata data ampia risonanza mediatica, da parte della Regione Campania, agli stanziamenti per la bonifica.
Stanchi di aspettare presero carta e penna ed chiesero di conoscere tempi e disponibilità dei fondi per la bonifica dell’area di Lo Uttaro. “Dopo la rimozione del Panettone e lo stanziamento di ben 25 milioni di Euro da parte del Governo e della Regione Campania” – era scritto nella missiva – “sembrava che il procedimento destinato alla bonifica dell’area avesse finalmente imboccato un strada in discesa. E invece, come temevamo, tutto si è nuovamente arenato. E resta ad incombere sulla salute dei cittadini (oltre alle tre discariche già esistenti) non solo la discarica pericolosa di Cava Mastropietro che, all’approssimarsi dell’estate, ribolle di percolato non raccolto ma anche le circa 20.000 tonnellate di rifiuti del sito di trasferenza dell’ex consorzio ACSA. Un’altra bomba ambientale” – scrivono nella nota – “che continua a rilasciare percolato nel terreno e ad inquinare la falda. Così, mentre i casertani sono riusciti a liberarsi del Panettone dovranno convivere ancora per altro tempo con quella che potremmo definire la “Colomba”. Un “regalo” che i nostri amministratori ci hanno fatto ormai più di 5 anni fa e che rappresenta oggi uno dei simboli della cattiva gestione in materia di rifiuti. Chiediamo perciò al Sindaco Del Gaudio di attivarsi sia per la rimozione del sito di trasferenza, peraltro già prevista nel Protocollo d’intesa del 2006 in cambio della realizzazione della discarica di Lo Uttaro, e sia per la messa in sicurezza dell’invaso di Cava Mastropietro”.
A questo punto la predetta lettera chiude chiedendo al Sindaco Delli Paoli di sigillare i pozzi confinanti con Lo Uttaro, cosa che non è mai avvenuta.