Softlab: accordo per i 143 lavoratori ex JABIL

Seri si impegna ad assorbire tutti entro il 31 dicembre 2026

La vicenda dei 146 lavoratori Softlab ex Jabil entra in una nuova fase, ma il contesto lascia poco spazio all’entusiasmo. Dopo quattro anni segnati da incertezze, continui rinvii e aspettative disattese, l’accordo raggiunto oggi al Mimit arriva quando il tempo stava ormai per scadere. La svolta si presenta come un’opportunità, ma non cancella il percorso complesso e spesso opaco che ha caratterizzato l’intera vertenza.

Un percorso segnato da promesse non mantenute

Dal 2022, quando l’azienda ha cominciato a non versare regolarmente gli stipendi e a presentare piani di risanamento che facevano acqua da tutte le parti, i lavoratori hanno attraversato un periodo in cui rassicurazioni e proiezioni ottimistiche si sono sovrapposte a mesi di stallo. Le iniziative annunciate in passato non hanno prodotto effetti concreti, alimentando il sospetto di un raggiro istituzionale e aziendale che ha pesato sulla credibilità degli interlocutori coinvolti.

La firma dell’accordo con Seri Industrial S.p.A., che prevede l’utilizzo del personale di Softlab Tech e Tech Rain come bacino preferenziale per le future assunzioni, arriva in un momento critico: gli ammortizzatori sociali stanno per esaurirsi e molti lavoratori hanno già subito un deterioramento significativo delle proprie condizioni economiche e professionali.

Impegni a lungo termine

Seri Industrial si impegna a valutare profili e competenze e a formulare entro il 31 dicembre 2026 proposte di assunzione a tempo indeterminato. L’orizzonte temporale è ampio e non garantisce risultati nel breve periodo. Il rischio di ulteriori rinvii resta concreto, mentre i lavoratori affrontano una transizione complessa con risorse ormai ridotte.

Parallelamente, la Regione Campania, con il supporto di Sviluppo Lavoro Italia, attiverà percorsi di aggiornamento professionale.

Il ruolo delle istituzioni e la necessità di vigilanza

Il Mimit, insieme alle Regioni Campania e Lazio e alle organizzazioni sindacali, ha coordinato l’intesa e monitorerà l’attuazione con verifiche trimestrali. Un controllo necessario, considerato il precedente di impegni rimasti lettera morta e la sfiducia maturata dai lavoratori nel corso della vertenza.

L’intero percorso solleva interrogativi sulla gestione di questi anni: perché la svolta si concretizza solo ora, quando gli ammortizzatori stanno per terminare? Perché iniziative simili non sono state attivate prima, evitando di lasciare i lavoratori in una lunga sospensione?

Una svolta, ma non una soluzione immediata

L’accordo rappresenta un passo avanti, ma il ritardo accumulato e le incertezze operative impongono prudenza. Dopo quattro anni di sofferenze, i lavoratori si trovano di fronte a una prospettiva che richiederà ancora tempo e verifiche per tradursi in occupazione reale.

La sensazione dominante è che la soluzione sia arrivata quando ormai la pressione sociale ed economica non consentiva ulteriori rinvii. Per molti, questa non è una vittoria, ma un punto di partenza fragile, che dovrà essere seguito con attenzione per evitare nuovi slittamenti e nuove delusioni.