Tra Oriente e Occidente, ai piedi del monte Vitosha, Sofia racconta con voce sommessa la sua storia millenaria. Non è una capitale da vivere di corsa né una destinazione per chi cerca lusso o movida: è un luogo da osservare con curiosità, passo dopo passo, tra resti romani, cupole dorate e mercati popolari dove la Bulgaria si mostra autentica, senza filtri.

Una meta accessibile e sorprendente
Con voli diretti da Napoli a poche decine di euro, raggiungere Sofia è oggi estremamente facile. L’offerta ricettiva è ampia e conveniente, dai moderni boutique hotel del centro alle pensioni a conduzione familiare. Anche il costo della vita è contenuto: con un po’ di attenzione si può mangiare bene e spendere poco, gustando piatti tipici in osterie tradizionali o nei ristoranti più contemporanei del centro.
Per un assaggio genuino della vita locale, vale la pena addentrarsi nel Mercato coperto Central Hall, dove profumi di spezie, formaggi e dolci artigianali riempiono l’aria, o nel più pittoresco Mercato delle donne, all’aperto, dove le bancarelle colorate offrono frutta secca, ortaggi, salumi, frutti di bosco e d’ogni tipo.
Chi viaggia deve però dimenticare certi standard occidentali. I commercianti bulgari spesso appaiono bruschi o poco inclini al sorriso. Al ristorante è meglio chiarire subito come si vuole pagare – contanti, euro o carta – e tenere presente che i conti separati non sono graditi. Dai 1° gennaio 2026 anche la Bulgaria passerà all’EURO ma fino ad allora non è scontato accettino la nostra moneta.
Sapori di un Oriente europeo
La cucina bulgara risente dell’influenza turca e mediorientale: carne di maiale e agnello, zuppe dense, spezie, aglio e cipolla abbondano nei piatti tradizionali. Da provare lo yogurt bulgaro, famoso per le sue proprietà benefiche e per il sapore unico, e il Kozunak, il dolce pasquale tipico del monastero di Rila, soffice e profumato.
Passeggiare tra epoche sovrapposte
Sofia è una città stratificata, che affonda le radici nel lontano nel VII secolo a.C. quando la tribù tracia dei Serdi le diedero il nome di Serdica: è la terza città più antica d’Europa, dopo Roma e Atene. Epoche diverse convivono nello spazio di pochi metri, mostrando i vari periodi succeduti: fu città romana e poi bizantina, bulgara e ottomana. Affidarsi a una visita guidata con Civitatis o Viator (per le gite fuori porta) è un modo efficace per orientarsi tra le sue mille anime.
Camminando lungo i viali alberati si incontrano i simboli del passato comunista accanto alle rovine della Serdica romana. Poco più avanti, una moschea ottomana, un bagno turco trasformato in museo e le fontane termali che sgorgano a oltre 40 gradi, accessibili gratuitamente a cittadini e turisti.
I parchi sono un elemento essenziale del paesaggio urbano: in autunno, il parco cittadino adiacente al Boulevard Vitosha, la principale via pedonale, si trasforma in un viale dorato di foglie che conduce fino al Palazzo Nazionale della Cultura, un imponente edificio inaugurato nel 1981, oggi riconvertito in uno dei più grandi centri culturali e congressuali d’Europa.
Il triangolo religioso
Sofia è una città di fede e convivenza. Ebrei, ortodossi e musulmani condividono lo stesso spazio urbano in un equilibrio raro.
Nella stessa piazza si ergono la maestosa Cattedrale Alexander Nevskij, con le sue cupole dorate visibili da ogni punto della città, la Chiesa di Santa Sofia, da cui la capitale prende il nome, e la Rotonda di San Giorgio, considerata l’edificio più antico della città, testimone di quasi duemila anni di storia. La sinagoga di Sofia è la seconda più grande d’Europa.
Appena fuori città, immersa nella quiete dei sobborghi, si trova la Chiesa di Boyana, patrimonio UNESCO: i suoi affreschi del XIII secolo, di sorprendente modernità, sono considerati precursori del Rinascimento europeo.
Altro gioiello spirituale è la Chiesa Russa di San Nicola, con le sue cupole verde smeraldo e l’atmosfera fiabesca. Costruita nel 1878 dopo la cacciata degli ottomani, si trova nel quartiere che più di tutti conserva l’impronta della presenza russa, tra viali, monumenti e ambasciate.
Echi ottomani e contraddizioni moderne
I cinque secoli di dominazione ottomana si leggono ancora nelle pietre e nei volti. La moschea di Banja Baši, unica rimasta attiva a Sofia, ricorda quella lunga stagione, ma l’eredità è visibile anche nei dettagli quotidiani: nelle parole del linguaggio, nei monili dei mercati, nei sapori speziati dei piatti.
Anche la Statua di Sofia, simbolo controverso della città, riflette le contraddizioni della storia bulgara, un intreccio di religione, potere e modernità difficile da decifrare.
Escursione tra i monti: il monastero di Rila
Imperdibile è la visita al Monastero di Rila, anch’esso patrimonio UNESCO. Arroccato tra le montagne, custodisce affreschi coloratissimi e una pace antica. Lungo la strada si incontrano i villaggi tipici, uno spaccato autentico della Bulgaria, con le loro case in legno e pietra, lontane anni luce dai palazzoni popolari del periodo comunista che circondano la capitale.
Museo Archeologico Nazionale: la memoria d’oro della Bulgaria
Il viaggio non può dirsi completo senza una sosta al Museo Archeologico Nazionale, ospitato in quella che fu la più grande moschea di Sofia.
All’interno si trovano due tesori eccezionali: Vulchitrun e Lukovit-Nikolayev, collezioni d’oro risalenti alla tarda età del Bronzo. Il tesoro di Vulchitrun, scoperto per caso da due bambini che giocavano in vigna, pesa ben tredici chili e comprende piatti, brocche e un vaso di 4,5 chili: un’eredità scintillante di un passato che la Bulgaria custodisce con orgoglio.
L’essenza di Sofia
Sofia non è una città da copertina. Non seduce con luci o lusso, ma conquista chi sa ascoltarla. È un mosaico di culture, un crocevia di religioni e di epoche, un luogo dove Oriente e Occidente si sfiorano senza fondersi mai del tutto.
E forse è proprio questa la sua magia: una capitale che non si offre, ma si lascia scoprire lentamente, passo dopo passo, tra il profumo delle rose bulgare e una preghiera sussurrata sotto le cupole dorate di Alexander Nevskij.
