CASERTA. I GIOVANI DI “CASERTAZIONE” RICORDANO I CADUTI CASOLLESI NELLA PRIMA GUERRA MONDIALE

articolo di GIUSEPPE VOZZA

foto di   ANTONIO PIRRO

Caserta- Casolla .  Incuranti di una pioggia torrenziali i giovani dell’Associazione Casertazione stamane hanno voluto ricordare tutti i soldati casollesi immolatisi per la Patria nella Prima Guerra Mondiale del 1915-18.

L’appuntamento era fissato per le ore 10.00 in Piazza Croce a Casolla per poi portarsi nella Piazza Cancello, dove è per l’appunto ubicato il Monumento ai Caduti, uno dei primi ad essere edificato a memoria degli eroi della grande guerra, essendo stata completata la sua costruzione nel 1923.

Dopo il saluto con il ‘silenzio’ eseguito dal bravissimo Nicola De Siena, ha preso la parola don Nicola Lombardi, parroco dell’arcipretura San Lorenzo. Don Nicola ha evidenziato l’importanza della commemorazione dei caduti, perché non c’è futuro senza memoria del passato, e nel contempo la brutalità della guerra, perché lascia strascichi orrendi in ogni paese.

È poi intervenuto il sindaco di Caserta, Carlo Marino, che, associandosi alle parole del parroco, ha sottolineato l’importanza di queste manifestazioni, perché occorre rammentare a tutti l’immane sacrificio a cui furono sottoposti tutti i giovani, molti dei quali, purtroppo, non fecero ritorno più a casa. È indispensabile in quest’ottica l’apporto che le associazioni locali conferiscono all’intera comunità.

 

Ha preso poi la parola il giovane presidente di Casertazione, Francesco Guida.

Questi non solo ha ricordato l’abnegazione dei giovani casollesi, così come di tutti i giovani chiamati alle armi, ma ha voluto dare risalto ad alcuni problemi che i giovani meridionali si trovarono a dover affrontare durante la grande guerra; uno tra i tanti: la lingua, o per meglio dire il dialetto piemontese utilizzato dagli ufficiali piemontesi dando luogo il più delle volte a fatali incomprensioni. Infatti, molte volte il giovane soldato meridionale si trovò nell’impossibilità di capire gli ordini impartiti con la brutale conseguenza di trovarsi tra due fuochi, davanti quello che partiva dalla trincea nemica e dietro quello che partiva dai propri commilitoni, ai quali era stato comandato di sparare contro chiunque retrocedesse anche di un solo millimetro.

La grande guerra fu una vera e propria carneficina, che portò alla decimazione della gioventù maschile meridionale con tutte le conseguenze che ancora oggi si vivono nel Sud.

Tra i soldati casollesi partiti per la guerra ben diciotto trovarono la morte sulle montagne del Carso e diversi di essi, non essendo stato possibile il riconoscimento, riposano nel Sacrario militare di Redipuglia, cimitero monumentale che accoglie le spoglie di tutti i militi ignoti.

A leggere i nomi dei diciotto caduti è stato Domenico Brignola. Essi sono: tenente Mattia Ricca, sottotenente Francesco Vanore, caporal maggior Francesco Cefarelli, caporal Nicola Picazio, soldati Gennaro Gazzillo, Angelo Ferraiuolo, Giuseppe Fusco, Giovanni Iannucci, Domenico Guida, Domenico Matrisciano, Raffaele Ragozzino, Scialla Domenico, Scialla Giuseppe, Sparano Angelo, Sparano Tommaso, Carmine Vanore, Domenico Uzzi, Giovanni Nuzzo.

Ad ogni nome Nicola De Siena ha scandito la parola ‘presente’.

La manifestazione, a cui tra gli altri hanno preso parte i consiglieri Domenico Guida e Donato Tenga, si è conclusa con l’esecuzione del ‘silenzio’.